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I.


Lieto maggio


Il mese di maggio venne avanti col suo bel verde.

Una serie di giornate calde e ventilate aiutò la campagna a fiorire. Gli alberi erano già folti, i viali ombrosi e le siepi mandavano il buon odore della robinia.

Arabella che da quindici giorni trovavasi alle Cascine in casa de’ suoi a rifare le forze, non cercava altro, per il momento, se non che la lasciassero tranquilla.

Tutti parlavano intorno a lei di perdono, di pace, di conciliazione. Parenti, avvocati, sacerdoti si dimostravano disposti ad accettare una transazione, che mentre divideva in tre parti la sostanza Ratta e assegnava ad Arabella il fondo di San Donato, offriva alle istituzioni di carità e ai parenti poveri, in base al testamento del ’78, dei compensi che valevano di più d’ogni grassa causa.

L’ostinarsi a pretendere di più sarebbe stato per i parenti un compromettere una buona condizione, o fare quel tal buco nell’acqua. Comunque fosse, la pace e la conciliazione non potevano fermarsi qui: e a rigore di coscienza essa non avrebbe potuto ac-