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Polemiche 123

dell’anima col corpo, che i filosofi non sono ancora giunti a spiegare. Ma egli è un fatto constatato milioni di volte dall’esperienza, che l’animo si conserva il medesimo in istati totalmente diversi di organi a disposizione, p. e. sanità e malattia; e che gli stessi mezzi fisici operano in diversi soggetti, e spesso nel medesimo contrarii effetti. Che vuol dir ciò? Un malfattore all’aspetto del rogo arrabbia, o tramortisce, un martire della fede esulta: onde ciò? Forse dalla diversa conformazione del cervello? Forse si potrebbero cagionare questi diversi effetti con mezzi fisici, p. e. con bevande? Mi pare che voi dobbiate essere molto disposto a prestar fede agli incantesimi, ai filtri amorosi, ed alle stregonerie. Sono mezzi fisici per eccitare le passioni! Eh! Se ci fosse una bevanda che infondesse il senno!

Filosofo — Però non potete negare che «a certe mostruosità organiche degli animali non corrispondano delle mostruosità nelle loro manifestazioni psichiche... che non diversifichino... secondo lo sviluppo materiale dell’organo... e per non dir altro, come le funzioni di ciascheduna delle due metà simmetriche del cervello... il più spesso si sovrappongono e si immedesimano in un solo me, o in una sola coscienza, così qualche volta non si contrappongono in più me, o in più coscienze distinte e contrarie (p. 280)».

Ignorante — Poffar del mondo! Dunque possono essere in me due me, e fors’anco tre me! p. e. un me che crede essere un’anima spirituale, e questo me collocato nel lobo destro del cervello, e un altro me appiattato nell’altro lobo, che crede non esser altro che un poco di cervellino da far fritelle; un me che crede a Dio, un altro me che non crede che al pane che mangia e al vino che trangugia! Ma sappiate, signor filosofo, che questa è proprio dottrina tutta nuova! Lo so anch’io che non vi è che la filosofia positivista, che possa sciogliere tutte le questioni, dietro cui sudarono inutilmente fin qui i più valenti ingegni del mondo! Raccontano le favole che