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128 Scritti vari

solo nell’uomo, e che sia l’effetto di facoltà esclusivamente umana».

Ignorante — Ma io ho sempre sentito dire che l’uomo solo è capace di far bene e male, di meritar premio o castigo.

Filosofo — Ecco l’errore: «Ma si sa esservi una gradazione insensibilmente crescente, dall’infimo degli animali all’uomo; e nell’uomo stesso cresce col crescere dell’età, e di nuovo diminuisce di conserva colle forze fisiche».

Ignorante — In quanto all’uomo ho capito; esso non è responsabile delle sue azioni, che quando ha la ragione perfetta. Bambino o pazzo non lo è. Quel che mi riesce nuovo è che anche gli animali siano capaci di moralità, in proporzione della loro malizia; dal che risulta che il gatto che ruba la carne, essendo il più malizioso, farà più grave peccato e dovrà confessarsene!

Filosofo — Oh! che mi tirate fuori la confessione!

Ignorante — Scusate! ma si parla di uomini in piccolo, in fotografia; perchè credo che nella vostra scala il cane e il gatto tengono il primo gradino al di sotto dell’uomo, e quindi la loro moralità sia poco inferiore a quella dell’uomo. Però se non sono obbligati a confessarsi una volta all’anno, si potranno giustamente punire quando fanno male.

Filosofo — E così pure si fa. «Non si può non ammettere una certa semimoralità nelle azioni degli animali più vicini all’uomo».

Ignorante — Senza dubbio si formeranno de’ canoni penitenziali un po’ più miti per gli animali, e non potendosi imporre loro dei rosarii da recitare, si sferzeranno o si faranno digiunare. Ecco un nuovo trattato di morale da studiare pei confessori.

Filosofo — E voi sempre interrompete con baje. «Il contegno di ogni uomo coi detti animali lo esige assolutamente... Se la libertà appartenesse esclusivamente