Pagina:Ardigo - Scritti vari.djvu/217

Da Wikisource.

Articoli 211

rentire contro la possibile incuria o l’insufficiente dottrina degli insegnanti? Ma il Governo non ha da proseguire di continui sospetti le attitudini e la diligenza loro. Può sorvegliare, giudicare, provvedere in molte guise. Io pertanto intendo, fin dove lo consentano le necessità didattiche e disciplinari, concedere loro in questo proposito la maggiore larghezza. Assegnati precisi limiti all’insegnamento di ogni disciplina, entro i confini tracciati l’insegnante possa muoversi con saggia libertà, possa secondo il proprio criterio e le speciali condizioni scegliere egli stesso i modi migliori a raggiungere il fine dell’opera propria: il quale non è già di infarcire di indigeste nozioni l’intelletto dei giovani, bensì di disporli a maggiore dottrina e di suscitare negli animi l’amore allo studio e il desiderio della cultura».

Ora io crederei non inutile di soggiungere qui, a modo di chiosa, qualcheduna di quelle avvertenze pedagogiche, le quali giustificano e possono illustrare il dettato del Ministro, massime nei punti segnati colla trascrizione in corsivo.

Un programma d’insegnamento di solito è come l’Indice di un Trattato, riportante gli argomenti, che si seguono in esso, senza distinzione di essenziali, di secondarj, di accessorj, di complementari. E in generale l’insegnamento è condotto — con passo costante — precisamente secondo l’ordine tacciato nel Programma. Anzi moltissime volte ciò è anche rigorosamente prescritto; e so di scuole, nelle quali il Direttore va a constatare, se la tal settimana l’insegnante è arrivato e dà opera al punto del Programma assegnato alla settimana medesima. E il peggio si è quando succede (e succede spessissimo), che l’insegnante, non essendo ben padrone della materia, e dovendosi ajutare col testo, procede seguendolo di pagina in pagina: talvolta perfino facendolo solo leggere prima a scuola ed esigendo poi che siano le cose lette imparate così a memoria a casa.