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212 Scritti vari

Un procedere come questo è capitalmente errato e pregiudizievole. Non tutte le parti di una disciplina sono egualmente importanti e la cura degli accessorj fa perdere di mira l’essenziale. Volendo che si impari tutto allo stesso modo, gli scolari sono aggravati eccessivamente, e coll’effetto che apprendano male e affatto precariamente, e che dimentichino poi del tutto dopo poco tempo ciò che con fatica improba cacciarono in mente in qualche modo per rispondere comecchessia all’esame. Accade talvolta che, se va a visitare una scuola per una data materia uno specialista, egli noti con sua maraviglia e disgusto, che gli scolari sanno particolarità inconcludenti, che egli o ignora o ha trascurato, mentre poi o non ricordano o non hanno capito punto l’essenziale, ossia ciò che importa soprattutto.

Il Programma dell’insegnamento deve — assegnarne i limiti precisi — ; ma poi ha da essere fatto o almeno inteso in questo modo, che vi prevalgano i capisaldi della disciplina relativa; che a questi, più e prima che a tutto il testo, si applichi l’attenzione e lo studio; e tanto quanto occorre perchè diventino una vera spontaneità indimenticabile della mente. Sicchè a questi si dedichi tutto il tempo necessario all’uopo, e agli accessorj solo se ne resta, senza impensierirsi troppo che ne rimangono alcuni indietro, o non siano stati perfettamente appresi. Poco male in questo. Chi non ha appreso bene e non ricorda perfettamente i principj fondamentali di una disciplina, scaricatosene coll’esame, l’abbandona per sempre, non restandogliene che un ricordo penoso. Chi s’è impadronito dei principj fondamentali, se ne compiace, ama la disciplina, che sente di avere in pugno, e supplisce da sè col tempo alle particolarità, che prima non ha potuto apprendere e ritenere; insomma, come dice il Ministro — è disposto a maggiore dottrina e si sente nell'animo l'amore allo studio e il desiderio della cultura.

Le stesse cose essenziali poi, se, come dicemmo, devono essere ammanite in modo, che diventino vere spon-