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Polemiche 33

S. Giovanni Grisostomo1, niente altro che rendere grazie, adorare, pregare, ecc. Chi la prendesse in un altro senso mostrerebbe di avere poco giudizio, e si metterebbe in condizione di non poter trovare il senso del passo recato. Nè di altri consimili, come delle parole dette da G. C.: «Se uno mi confesserà davanti agli uomini, anch’io lo confesserò davanti al Padre mio2», e del nome di confessori che la Chiesa dà a quelli, che sono morti per la fede.

S. Ilario dunque non ha protestato, non dico nel 550, ma neanche 183 anni prima, quando era ancor vivo, contro la confessione auricolare. Ha protestato piuttosto contro quelli che la impugnano e la calunniano. Esponendo il testo di S. Matteo3, che dice: «Quelle cose che legherete sulla terra ecc.» così lo commenta. «A incutere un terrore atto a tenerci in freno, ci pose innanzi l’inevitabilità del rigore del giudizio apostolico, sicchè quelli che fossero legati qui in terra, cioè lasciati stretti dai nodi del peccato, e quelli che ne fossero sciolti, cioè accolti colla confessione nella salute del perdano, questi secondo la condizione dell’apostolica sentenza, anche in cielo sciolti fossero o legati4».

Da ultimo vengono le parole di S. Ambrogio.

S. Ambrogio dice: «Pietro si pentì, pianse: imperciocchè peccò come uomo: ma non trovo scritto che esso dicesse alcuna cosa; trovo che pianse, leggo le di lui lagrime, ma non la sua confessione» (Lib. X, Evang. S. Luca).

Sig. E. P., vi confesso che nessun cristiano, per quanto cattolico e romano, non è mai stato d’un parere diverso da quello di S. Ambrogio; non ha mai dubitato


  1. Omel. sul salmo 31, tom. V dell’ediz. citata, p. 341
  2. Matt. c. X, v. 32.
  3. Cap. XVIII, v. 18.
  4. Patrol. Migne, t. 9, c. 1021 n. 8.

Ardigò - 3