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Polemiche 57

sulla Genesi queste parole: «Chi ha commesso un qualche peccato si affretti a confessarlo, ed a mostrare la sua piaga al medico, e da lui ricevere il rimedio: parli solo a lui senza che nessuno lo sappia, e gli dica tutto fedelmente, e sarà facilmente perdonato». Fin qui i teologi citano S. Giovanni Grisostomo per far vedere che egli parla della confessione auricolare, e con insigne malafede tralasciano questo che segue, cioè: «Lamec non ebbe difficoltà alcuna di confessare il peccato alle sue mogli; come saremo noi degni di essere perdonati, se ricusiamo di confessare il nostro peccato a colui che già gli conosce tutti?» Non è dunque della confessione al prete, ma della confessione a Dio che parla il Grisostomo. Nello stesso tempo parta nella Omelia 3 sopra S. Matteo, nella Omelia 4 sulla Genesi, nella Omelia 31 sul capo 12 agli ebrei, nel sermone della penitenza e della confessione, nel sermone 4 in Lazaro e nella Omelia 5 sulla natura di Dio.

Una seconda maniera di confessione, raccomandata dalla Scrittura e dai Padri, è la confessione fraterna, della quale parla G. C. al capo XVII di S. Luca v. 3, 4. Questa confessione è così importante che G. C. dice (Matt. V, 23, 24) di lasciare l’offerta davanti all’altare e di riconciliarsi col fratello prima di offrirla: e al capo VI, v. 14 dice che se noi non rimettiamo i peccati ai nostri fratelli, Dio non ci rimetterà i nostri; e S. Giacomo al capo V, v. 16 dice che dobbiamo confessarci scambievolmente. I dottori volevano far conoscere la importanza di questa scambievole confessione: e così hanno parlato della confessione che l’uomo fa all’uomo; non al prete per averne l’assoluzione, ma al fratello che egli ha offeso. In questo senso parla S. Agostino nel trattato 56 sopra S. Giovanni, Beda sulla lettera ai Colossesi, e Teofilatto nel capo XVIII di S. Matteo. Ma i teologi confessionalisti mutilano quei passi, li tolgono dal contesto, per far dire ai santi padri quello che essi non hanno mai pensato di dire.

Un terzo genere di confessione di cui parlano i padri,