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logo che abbiamo consultato. Con questo diciamo al sig. Professore Ardigò, che la nostra polemica con lui è finita. Abbiamo questa volta risposto, non per dare soddisfazione al signor Ardigò: bensì per mostrare ai nostri lettori che noi non cerchiamo ingannarli, ma additare loro la via della verità.

E. P.

(Dal n. 217, domenica 4 agosto 1867, della Favilla).


IV.

Calunnie.


Togliamo dall’Eco della Verità, giornale dell’Illustre Desanctis:

Ci scrivono da Mantova che un cotal prete professore Ardigò si fa lecito in pubblica scuola calunniarci davanti a’ suoi discepoli. Ci si assicura che abbia detto: «In Roma la casa del signor Luigi Desanctis era una casa... egli bazzicava tutte le donne, e finalmente Sua Santità pensò bene scacciarlo vergognosamente da Roma».

Ogni pazienza ha il suo limite: abbiamo sofferto per venti anni le calunnie degli sciocchi; 1. perchè sicuri mila nostra coscienza ce ne ridevamo; 2. perchè conosciutissimi in Roma sapevamo che cotali calunnie ricadevano sopra i calunniatori; 3. perchè se scacciati da Roma come discoli, avremmo dovuto continuare con più libertà nella vita irregolare; eppure in venti anni, nessuno ha osato accusarci di immoralità. Ma ora non siamo più disposti a sopportare cotali calunnie.

Nel 1865 nel nostro libro intitolato Roma papale, pag. 249, rispondemmo così al P. Perrone che ci calunniava: «Sappia il P. Perrone che non ho risposto perchè non lo curo e perchè le sue ingiurie mi onorano: chi mi conosce in Roma e fuori sa che sono calunniato. Del resto