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66 Scritti vari

il povero articolo pettoelliano dia quelle Osservazioni, che lo tengono schiacciato col loro peso!

Ma pare, che il sig, De Sanctis si sia avveduto che l’articolo del suo pupillo non è difendibile in nessuna parte, in nessuna riga. Fatto sta che l’ha abbandonato al suo destino. La sua difesa non è una difesa diretta. Le mie Osservazioni le lascia stare tutte, dalla prima fino all’ultima: e non le tocca nemmeno. Solo indirettamente cerca di nuocere alle stesse; studiandosi di sviarne l’attenzione dei lettori; di tirarla sopra un altro campo, e quivi di colorire le cose in modo, da far credere ai poco avveduti, che io sia un ignorante, un uomo di mala fede, capace di qualunque più malizioso inganno, e quindi non meritevole mai, che si dia peso alle mie ragioni, per quanto apparentemente vere e fondate.

Il campo dunque è restato tutto mio, e ho da fare con un avversario che combatte fuggendo. Potrei lasciarlo andare: anche secondo ciò che aveva detto nella fine delle mie Osservazioni. Ma poichè il campione che si è presentato è il sig. Luigi De Sanctis, autore di molti conosciutissimi opuscoli contro i cattolici, direttore di un giornale protestante, luminare maggiore dei nuovi credenti d’Italia, non voglio perdere l’occasione di far conoscere a’ miei concittadini, a quale meschinità si riduca molte volte una grandezza creata dalla passione e dal partito. Risponderò, e questa e ogni altra volta, che piacesse al signor De Sanctis aver briga con me per cose religiose.

A quelli che non trovano bello che portiamo le questioni teologiche sui giornali, diremo che non siamo stati noi i primi a farlo, e che quello che è permesso agli altri, per offenderci, deve essere permesso anche a noi, per difenderci. A quelli che vorrebbero le questioni trattate più filosoficamente, diremo che siamo pronti a farlo quando occorrerà. Adesso le facciamo erudite, perchè crediamo che i fatti non si provino con delle chiacchiere. Quelli che trovano che le citazioni sono il pregio maggiore degli