Pagina:Avventure di Robinson Crusoe.djvu/103

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robinson crusoe 81

indi mi ricordai de’ rampiconi di ferro che trasportai dal vascello e che rinvenni di fatto; ma benché mi rendessero un po’ men malagevole il piantare dei detti pali, non cessava questa di essere una fatica penosa e tediosissima. Per altro avrei dovuto io, qualunque lavoro imprendessi, badare al tedio che mi potesse costare, io che vedeva d’avere tempo anche d’avanzo? Terminato quel lavoro, tutte le mie faccende, almeno secondo le mie previdenze d’allora, si sarebbero ridotte all’andare in giro per l’isola a procacciarmi nudrimento; e tal cosa dal più al meno io la faceva ogni giorno.

Intanto datomi a meditare anche più seriamente la mia condizione e le circostanze tra cui mi vedeva, ne stesi uno specificato prospetto, non certo per lasciarlo a chi verrebbe dopo di me (poichè secondo ogni probabilità non avrei avuto di molti eredi), ma per liberare i miei pensieri dalla giornaliera molestia di affannarsi ed affiggersi su le cose che non aveano verun aspetto di volersi cambiare: e poiché la mia ragione principiava ora a padroneggiare il mio abbattimento d’animo, cercai da essa i possibili conforti col mettere a confronto i mali che mi premeano e i beni che mi restavano, per aver come una norma a distinguere il caso mio da casi anche peggiori; in somma con una perfetta imparzialità compilai un conto di dare e avere tra i miei mali ed i beni che a questi mano mano contrapponeva.

Mali. Beni.
Io sono abbandonato sopra un’isola orribile e deserta, senza veruna speranza di liberazione. Ma io vivo; io non mi son annegato, come è avvenuto di tutti i miei compagni.
Io solo forse tra tutti gli uomini sono stato scelto a menare una vita di una miseria senza pari. Ma così solo io sono stato scelto tra tutti quelli del naviglio a scampare dalla morte; e colui che dalla morte mi ha salvato in modo di miracolo mi può liberare dallo stato in cui sono.
Io sono separato da tutta l’umana generazione, io sono un solitario bandito dal consorzio de’ miei simili. Ma io non mi muoio di fame sopra una terra sterile che non mi porge alcun mezzo di vita.