Pagina:Avventure di Robinson Crusoe.djvu/20

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8 robinson crusoe

mio padre, le preghiere di mia madre, mi si rinfrescarono nella memoria; e la mia coscienza che non era anche giunta a quell’eccesso d’indurimento, cui pervenne più tardi, mi rinfacciava il disprezzo de’ suggerimenti ricevuti e la violazione de’ miei doveri verso Dio e i miei genitori.

Intanto infuriava la procella, e il mare, ove io non mi era trovato giammai, divenne altissimo, benchè non quanto io l’ho veduto molto tempo dopo, e nemmen quanto lo vidi pochi giorni appresso; ma era abbastanza per atterrire allora un giovine navigatore come me; chè non sapeva nulla di tali cose. Io m’aspettava che ogni ondata ne avrebbe inghiottiti, e che ogni qualvolta il vascello cadeva (io così immaginava) entro una concavità apertasi tra un cavallone ed un altro, non ci saremmo rialzati mai più. In questo spasimo della mia mente feci parecchi voti e risoluzioni che se mai fosse piaciuto a Dio di risparmiar la mia vita in quel viaggio, se mai il mio piede avesse toccato terra, sarei corso direttamente alla casa di mio padre, nè mai più mi sarei imbarcato in una nave finchè fossi vissuto; ch’io mi sarei d’allora in poi attenuto ai consigli paterni, nè mi sarei mai più gettato in simili miserie, come quelle che mi circondavano. Allora io vedea pienamente la saggezza delle osservazioni fattemi dal padre mio sopra uno stato mediocre di vita; come agiatamente, come piacevolmente egli era vissuto per tutti i giorni suoi senza essersi mai esposto ad infortuni nè di mare nè di terra. Era risoluto di tornarmene, come il figlio prodigo pentito, alla casa del mio genitore.

Questi saggi e moderati pensieri durarono quanto la procella, e per dir vero qualche tempo ancora dopo; ma nel dì appresso quando il vento fu rimesso e il mare tornò più tranquillo, cominciai ad assuefarmici alquanto meglio. Nondimeno mi sentiva molto depresso in quel giorno essendo tuttavia travagliato un poco dal male di mare; ma sul tardi il cielo si era schiarito, il vento cessato del tutto, e sopravvenne una bellissima deliziosa sera; il sole tramontò affatto chiaro, e chiaro risurse nella seguente mattina; e spirando o poco o nessuna sorta di vento, ed essendo placido il mare che rifletteva i raggi del sole, tal vista sembrommi la più incantevole che mi fosse apparsa giammai.

Aveva dormito bene la notte; or non sentiva più il mal di mare, e prosperoso di salute andava contemplando con istupore come la