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fuori un pezzo di terreno conveniente, in cui cioè potesse rinvenirsi erba pel loro pascolo, acqua perchè si abbeverassero, ed ombra che li riparasse dal sole.

Chi s’intende di tali chiusi per animali dirà ch’io ebbi ben poco giudizio, non già rispetto al luogo da me scelto a tal uopo, opportuno certo ai tre additati bisogni, perchè aveva la sua parte di prateria, o come dicesi nelle colonie occidentali, savanna, era provveduto di due o tre rigagnoli, e ad una delle sue estremità d’un foltissimo bosco; ma rideranno su la mia previdenza quando dirò loro, ch’io m’accinsi a chiuderlo con una siepe o palizzata lunga all’incirca due miglia. Nè la mia piazza era sì grande quanto alle proporzioni, perchè, se la mia cinta fosse stata anche di dieci miglia, avrei avuto tempo bastante per far questa siepe; ma non considerai che in tanta estensione le mie capre sarebbero divenute salvatiche come se avessi dato ad esse per prigione l’intera isola; onde avrei potuto prepararmi a far la vita del cacciatore come se non avessi mai avuta abilità di provvedermi capre in altra maniera.

Il mio riparo era principiato e condotto ad una lunghezza circa di cinquanta braccia, quando questa considerazione mi venne in mente; laonde fermatomi subito, risolvei per allora che il mio luogo chiuso non avesse una lunghezza maggiore di cento cinquanta braccia a un dipresso, nè una larghezza maggiore di cento; estensione che sarebbe bastata a mantenere quanta greggia avessi potuto adunare in un ragionevole corso d’anni, e ad ogni evento sarei sempre stato in tempo di aumentarne lo spazio.

Ciò mi sembrò un operare con qualche prudenza. Mi bisognarono circa tre mesi a riparare con siepe il mio parco limitato a questa grandezza. Custodii frattanto impastoiati nel miglior luogo del novello recinto i miei tre capretti, che io solea tenermi vicini il più che mi fosse stato possibile per rendermeli famigliari. Spessissimo io nudrivali con le mie proprie mani portando loro o spighe d’orzo o pugni di riso. Quando poi fu terminato il mio parco chiuso, e li lasciai camminar liberi entro di esso, mi seguivano qua e là belandomi dietro per farsi dare un poco di grano.

Ciò corrispose al fine ch’io m’era proposto, perchè in capo ad un anno e mezzo ebbi un gregge di circa dodici capre e capretti, e in poco più di due anni ne aveva quarantatrè, senza contare quelli ch’io andava macellando per uso della mensa. Chiusi indi cinque pezzi