Pagina:Avventure di Robinson Crusoe.djvu/461

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robinson crusoe 403

Non sapevamo che farne con quella povera giovinetta; perchè quando il nostro chirurgo, uomo fornito di molto sapere ed esperienza, mercè le più assidue cure la ebbe restituita alla vita, ebbe un bel che fare per restituirla alla ragione. La poverella rimase pazza per molto tempo, come si vedrà a suo luogo.

Chiunque leggerà queste memorie è pregato a considerare, che le visite fatte in mare non sono come una gita in villeggiatura ove potete fermarvi una settimana e anche due. Ne piacea bensì l’aiutare que’ poveri sfortunati, ma non ce la sentivamo d’indugiare per essi. Certamente quel comandante avrebbe desiderato che veleggiassimo di conserva con lui per alcuni giorni; ma le nostre vele non s’affacevano a stare al passo con un vascello disalberato. Ciò non ostante il comandante avendone chiesta assistenza nel rimettere un albero di maestra e una specie d’albero di gabbia in vece di quel di fortuna sostituito all’altro, di cui li privò la burrasca, consentimmo a rimanere con lui altri tre o quattro giorni. Indi, cedutigli cinque barili di manzo salato, uno di carne di maiale, due botti di biscotto ed una certa quantità di legumi, di fior di farina e quante altre cose potemmo disporre per essi, poi ricevute in contraccambio tre botti di zucchero, alquanto rum ed alcune quadruple ci separammo. Soltanto prendemmo a bordo con noi dietro le vivissime istanze che ce ne fecero, il figlio della morta signora, la cameriera e le cose che a questi spettavano.

Questo nostro nuovo compagno di viaggio avea diciassette anni all’incirca, amabile giovinetto, ottimamente educato, pieno di cuore e oltre ogni dire addolorato per la perdita della madre: pochi mesi prima, a quanto sembrò, eragli morto il padre alla Barbada. Egli avea pregato il chirurgo di parlarmi, affinchè lo levassi da quel bastimento, di mezzo a quei cialtroni, si esprimeva così, che gli avevano ammazzata la madre. Se vogliamo, erano essi che l’avevano uccisa, indirettamente intendiamoci. Certo potevano fare alcuni risparmi su la parte del sostentamento d’ognuno per non lasciar morire di stento quella povera vedova derelitta, nè avrebbero fatto niente più che compiere un dovere di umanità e di giustizia, serbandola in vita; ma la fame non conosce nè amici nè parenti, non giustizia, non diritto, ed è per conseguenza priva di carità e di rimorsi.

Il chirurgo gli mostrò come noi fossimo per imprendere un lungo