Pagina:Avventure di Robinson Crusoe.djvu/473

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robinson crusoe 415

che tutta questa storia la seppi su le prime per bocca degli Spagnuoli, ma quando in appresso ebbi ad esaminare gli accusati medesimi, costoro non seppero negarmene una parola.

Ma prima ch’io venga a narrare queste particolarità, mi fa d’uopo riparare una dimenticanza occorsami nel primo racconto: quella cioè di notare un accidente avvenuto partendomi dall’isola, quando appunto nella filuca, ove entrai a bordo, era per far levare l’ancora e spiegare le vele. L’avvenimento fu una lieve rissa nata fra i marinai, ch’io temei andasse a finire in un secondo ammutinamento; ed eccone il motivo. Tale rissa andava un po’ troppo alla lunga, quando il capitano, chiamato in aiuto il proprio coraggio e fattosi seguire da tutti quelli che non aveano parte alla lite, la dissipò con la forza e fece metter in prigione ed ai ceppi i provocatori del disordine. E a sapersi che costoro non s’erano frammessi per poco nella precedente sommossa, e che in questa occasione si lasciarono sfuggire alcune parole piuttosto equivoche; onde il capitano li minacciò una seconda volta di condurli così prigioni in Inghilterra, ove sarebbero stati impiccati come capi di tumulto e partecipi dell’antecedente ribalderia.

Questa minaccia che per dir vero il capitano non aveva intenzione di mandare ad effetto, mise in costernazione quant’altri piloti sapevano in propria coscienza di non avere nette le loro partite; onde costoro si ficcarono in capo che il capitano avesse bensì date ad essi buone parole; ma sol per tirarseli seco sino al primo porto inglese, e cola farli mettere in prigione e assoggettare ad un processo.

L’aiutante ch’ebbe sentore del sospetto nato in costoro, venne a farcene avvertiti. Il capitano per conseguenza pregò me (che quella ciurma aveva in concetto di qualche cosa di grande) a scendere a basso e volerli aringare, assicurando tutti che, ove si fossero ben comportati durante il resto del viaggio, ogni antico lor fallo era già perdonato e dimenticato. Andai di fatto, e s’acchetarono su la mia parola d’onore, tanto più che m’adoperai efficacemente, affinchè i due uomini posti ai ceppi venissero sciolti e ottenessero la loro grazia.

Questo subuglio nondimeno, e un poco ancora il vento che era piuttosto morto, ci tennero all’ancora tutta quella notte. Alla mattina ci accorgemmo che i due mariuoli liberati dai ceppi, dopo aver rubato un moschetto per cadauno, altre armi e polvere e munizione,