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di pensare che, sorpresi da una burrasca lungo il cammino, alcuni di essi avessero naufragato. In fatti dalla parte di mare tenuta da essi soffiò un gagliardo vento tutta la notte.




Secondo sbarco di selvaggi più formidabile del primo.



S

e per una parte era a credersi che la burrasca avesse condotti a mal termine alcuni dei fugati selvaggi, v’era per l’altra luogo a temere che fosse rimaso un bastante numero di costoro per andare ad informare i propri compatriotti di quanto avevano tentato, e di quanto ad essi era occorso per eccitarli ad una seconda impresa di simil natura, spalleggiata da una forza d’uomini cui non si potesse resistere; perchè già, quanto al numero degli abitanti dell’isola co’ quali combatterebbero, al di là delle poche cose intese dal disertore selvaggio, poteano sapere ben poco di più; e costui essendo già stato ucciso non era più in caso certo di ratificare con la propria bocca ciò che aveva affermato.

Erano trascorsi cinque o sei mesi dopo il narrato avvenimento senza che i coloni avessero più contezze di selvaggi, onde i primi principiarono a sperare che costoro o si fossero rassegnati al primo mal esito o avessero rinunziato all’espettazione di averne un migliore, quando d’improvviso si videro invasi da una flotta composta di non meno di ventotto canotti pieni di selvaggi armati d’archi e di frecce, di clave, di spade di legno e simili ordigni da guerra; apparecchio sì formidabile, che pose nel massimo trambusto quell’intera piccola popolazione.

Poichè costoro avevano effettuato il loro sbarco di sera e nella parte più orientale dell’isola, i coloni ebbero tutta la notte per consultarsi fra loro sul partito più opportuno a prendere. E primieramente videro che se dal tenersi ben celati dipendeva la sola loro