Pagina:Avventure di Robinson Crusoe.djvu/718

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bastimento medesimo e i marinai per sapere, se se la sentivano d’andare al Giappone. Mentre io stava adoperandomi in ciò, quel giovine che mio nipote lasciò venir meco qual compagno de’ miei viaggi, così mi parlò:

— «Da vero questo sarebbe stato un gran bel viaggio, e tale che mostrava speranza di vantaggiosissimi affari. L’avrei pur fatto volentieri in vostra compagnia! Vi dirò di più. Se persistendo nel non voler farlo voi, ne deste la permissione a me, io m’imbarcherei o come negoziante, o in quella qualità che mi comandaste. Se torno mai in Inghilterra, e se, com’è da augurarsi, vi trovo là in vita, vi darò un fedel conto de’ miei guadagni, che sarebbero altrettanto vostri; intorno a che lascerei fare le parti a voi.»

Realmente mi rincresceva il separarmi da questo compagno. Ma pensando alla speranza degli utili che effettivamente si mostravano vistosi, e conoscendolo un giovine capace di condur bene un affare al pari di chicchessia, prendeva a condiscendergli. Pure mi presi il tempo di consultare il mio socio, promettendogli una risposta pel dì seguente. Ne parlai dunque col mio socio, il quale fece la più generosa delle profferte.

— «Voi già sapete, egli disse, che quel bastimento è stato di mal augurio per noi, e che abbiamo risoluto entrambi di non ci metter piede mai più. Se il vostro dispensiere (egli chiamava sempre così questo giovine) vuole avventurarvisi entro, io gliene cedo mezza la mia parte di proprietà, e s’ingegni egli meglio che può. Se ci torniamo ad incontrare vivi nell’Inghilterra, e s’egli ha fatto buoni affari, la metà degli utili di nolo del bastimento saranno per noi, l’altra metà sarà sua.»

Se il mio socio, non obbligato a tanti riguardi verso quel giovine, quanti ne doveva avere io, gli fece una simile offerta, io al certo non poteva fargliene una minore; o tutta la compagnia di que’ naviganti essendo contenta d’andare con lui, lo costituimmo proprietario del bastimento per una metà, ricevendo da lui una scrittura, con la quale si obbligava a darci conto dell’altra metà. Così prese la via del Giappone. Il mercante giapponese gli diede prove in appresso della massima onesta e cortesia, perchè e gli permise di venir su la spiaggia, facoltà che generalmente non si concedeva più agli Europei, e gli pagò puntualissimamente il pattuito nolo. Speditolo indi alle Filippine con porcellane della China e del Giappone, e in compagnia