Pagina:Avventure di Robinson Crusoe.djvu/72

Da Wikisource.
56 robinson crusoe

vento per circa una lega e mezzo, come congetturammo, una furiosa ondata simile ad una montagna ci corse alle spalle, e ne fece presentire compiutamente il colpo di grazia. Ci venne addosso con tal furore che, capovolta la scialuppa, ci disgiunse da questa come gli uni dagli altri, dandone appena il tempo di dire: Oh Dio! perchè in un momento fummo tutti ingoiati dalle onde.




Il solo rimasto fra i naviganti.



N

on posso descrivere io medesimo la confusione de’ miei pensieri allorchè mi trovai immerso nell’acqua; perchè se bene io sia abilissimo notatore, non potei liberarmi dalle onde tanto da prender fiato, finchè l’onda che mi avea condotto, o piuttosto trascinato per lungo tratto verso la spiaggia, non fu tornata addietro, lasciandomi quasi a secco sopra la costa, ma mezzo morto per l’acqua che aveva bevuta. Una certa previdenza e le poche forze rimastemi, mi secondarono abbastanza per levarmi in piede, appena m’accorsi di essere più vicino alla terra ferma di quanto mi fossi aspettato; onde mi sforzai di correre verso questa con ogni possibile celerità prima che un’altra ondata tornasse ad investirmi; ma mi apparve subito l’impossibilità di evitar questo sconcio, perchè vedeva il mare corrermi dietro alto come una gran montagna e furioso come un nemico contro al quale io non avea mezzi per resistere o guerreggiare. Tutti i miei espedienti allora si riducevano a tenere il fiato, ed alzarmi su l’acqua se avessi potuto, indi nuotando e serbandomi, fin che ci riusciva, a galla per conservarmi la respirazione, veder di condurmi da me medesimo verso la spiaggia. La mia maggior paura si era che l’onda, dal cui arrivo sarei