Pagina:Avventure di Robinson Crusoe.djvu/739

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essere contemplata e, se non me lo avesse impedito l’orario del mio viaggio, mi sarei fermato ad esaminarne le particolarità alcuni giorni.

Coperte erano, mi fu detto, della stessa materia in fondo e ai lati le fontane e le vasche da pesci; fabbricate di terra da porcellana cotta le statue disposte in filari ne’ giardini.

È questa una delle singolarità della contrada in cui, bisogna confessarlo, i Chinesi sono singolari, ma lo sono ancora altrettanto nel millantarsene. Mi raccontarono sì incredibili cose su i prodigi di tali loro manifatture, che giudicherei tempo perduto pei leggitori e per me il ripeterle. Vi basti questa; mi voleano far credere che un artefice avesse fabbricato un bastimento con sartiame, alberi, vele, tutti in somma gli attrezzi di porcellana, buono per trasportare cinquanta uomini. Se m’avessero detto di averlo anco varato e fatto entr’esso un viaggio al Giappone, non mi sarei più contenuto; ma poichè non andarono tanto in là, mi contentai di battezzarli in mio cuore, mi si passi questa parola, per solennissimi spacconacci; sorrisi e non dissi altro.

La curiosità destatami da quel singolare edifizio mi fece restare indietro dalla carovana un paio d’ore, colpa per cui il conduttore mi tassò di tre scellini, aggiugnendo che, se ciò mi fosse accaduto a tre giornate di cammino di là della Grande Muraglia, come mi era accaduto a tre giornate di qua, sarei stato condannato a pagare quattro volte altrettanta somma, e m’impose in oltre la legge di fare una pubblica scusa nel primo giorno di gran consiglio. Promisi di conformarmi meglio alle regole d’allora in poi; e, se devo dire la verità, capii in appresso come questa stretta osservanza, intesa a tenerci tutti raccolti insieme, fosse indispensabile alla comune nostra salvezza.

Passati altri due giorni, arrivammo alla Grande Muraglia eretta dai Chinesi per munirsi contro alle invasioni dei Tartari: opera veramente grande, che si estende per altro con una inutilità di prolungamento ad una catena di montagne, i cui dirupi e precipizi sono sì insuperabili, che il nemico non potrebbe passarli, nè raggiugnerne inerpicandosi la cima; chè, se lo potesse, nemmeno la Grande Muraglia lo terrebbe addietro. Ne dissero che questa immensa difesa è lunga mille miglia, mentre la contrada ch’essa dee proteggere, misurata in linea retta, nè computandone le giravolte, non ha una lunghezza maggiore di cinquecento miglia. Alta all’incirca quattro tese, ne ha in alcuni luoghi altrettante di grossezza.