Pagina:Avventure di Robinson Crusoe.djvu/745

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dorsi. Il valente nostro comandante, senza domandare a niuno di noi che lo seguisse, si mise al galoppo per correre su i tre, un de’ quali egli balzò d’arcione col calcio del suo moschetto, e ne stese morto un altro con un colpo di pistola; il terzo fuggì. Così terminò la battaglia; ma ne occorse in tanto una disgrazia; la fuga delle pecore prese alla caccia. Non avemmo un solo d’ucciso, o che avesse solamente sofferta una scalfittura. Non andò così pei Tartari, ch’ebbero cinque uomini morti, quanti feriti non lo sapemmo; ma ben sapemmo un’altra cosa, e fa che il drappello mostratosi alla distanza d’un miglio, spaventato dallo strepito de’ nostri archibusi, fuggì, nè si arrischiò più cimentarsi con noi.

Finora eravamo sempre nel dominio Chinese, onde i Tartari non si mostravano così ardimentosi, come li trovammo di poi. Dopo cinque giorni circa di cammino entrammo in un deserto sterminatamente grande e selvaggio, ove ne convenne far tre giorni di cammino recandoci addietro l’acqua in otri di pelle, e stando a campo l’intera notte, come odo si faccia ne’ deserti dell’Arabia.

Chiesto alle nostre guide, chi dominasse su questa orrida contrada, mi fu detto essere quella una terra di frontiera, che avrebbe potuto chiamarsi Terra di nessuno. Facea propriamente parte del Gran Karakathay o Gran Tartaria, benchè venisse riguardata pertinenza dell’Impero Chinese, il quale per altro non si prendeva alcuna cura per tenerlo netto da invasioni di ladri; onde quel deserto veniva considerato come il tratto più tristo del nostro cammino, quantunque avessimo da passare solitudini anche più vaste.

Nell’attraversare questa, che a me parve certamente assai spaventosa, vedemmo due o tre volte alcune piccole bande di Tartari che per altro tiravano diritto per la loro via, nè parea facessero disegni a nostro danno; onde li trattammo come diceva un tale che avrebbe fatto se incontrava il diavolo: «S’egli non ha nulla da dire a me, io non ho nulla da dire a lui:» li lasciammo andare.

Una volta ciò non ostante un branco di costoro, venutoci in maggior vicinanza, si mise di piè fermo a guardarci. Se lo facessero con intenzione di scandagliarne o di assalirne, non capivamo; ad ogni modo, quando li avemmo oltrepassatti in qualche distanza, componemmo una retroguardia di quaranta uomini e ci tenemmo pronti a ricevere costoro, lasciando intanto procedere innanzi per un mezzo miglio la carovana. Ma di lì ad un poco que’ galantuomini se ne