Pagina:Basile - Lu cunto de li cunti, Vol.I.djvu/219

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NTRODUZZIONE

a li trattenemiente de peccerille


Fu proverbejo stascionato de chille1 de la maglia2 antica che: «chi cerca chello, che non deve, trova chello, che non vole». E chiara cosa è che la scigna, pe canzare li stivale, restaje ncappata pe lo pede3. Come soccesse a na schiava4 pezzente, che, non avenno portato maje scarpe a li piede, voze portare corona ncapo. Ma, perchè tutto lo stuorto ne porta la mola5, e una vene,



  1. (EO) de chille stascionato; ch’è corretto nell'ed. del 1637, e nelle seguenti, nel modo che ho adottato.
  2. Dell’antico conio. Maglia, nome di antica moneta.
  3. Allude a una variante della nota favola della scimia, che, per imitare il boscaiuolo, si mise a fendere un querciuolo; ma, riserrandosi questo, restò presa per l’un de’ piedi; onde, accorso il boscaiuolo, l’ammazzò. Così il Firenzuola (Disc. degli anim.); la favola è già nel Pantschatantra (ed. Benfey, Leipzig, 1859, l. I, 1).
  4. Con questa parola s’intendevano allora, comunemente, i mori corsari, fatti prigionieri e venduti schiavi.
  5. La mola (pietra d’arrotino) agguaglia tutto. Cfr. Egl. La Vorpara. Così altrove (MN., VIII): «Tutta la ruggia ne porta la mola».