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introduzione xxix.

Mantova un’intera carovana: «la signora Adriana con una sorella et cognata, e un suo figliuoletto, che sono quattro; il marito, con un fratello di lei et un creato che in tutto sono sette; viene ancora per accompagnarla sino a Mantova, e poi passarsene in Spagna, un altro suo fratello dottore con un creato»1. I due fratelli accennati erano Lelio e Francesco, e la sorella Vittoria o Tolla. — Partirono con pianto di molti, — come dice l’Agente ducale — , «e veramente io spero che S. A. resterà gustata, perchè tutti questi che vengono sono persone virtuose e buone, da guadagnarsi il pane, che mangeranno»2.

Giambattista, per allora, restò a Napoli. E fece eco ai molti, che s’erano adoperati a impedire la partenza dell’Adriana, e ai quali ora non restava se non piangere quella conquista, che Mantova prendeva su Napoli! Un suo epigramma, intitolato: Rapimento di Virgilio vendicato, dice:

Tolse al Mincio il Sebeto
Candido Augel Canoro,
Per cui crebbe a le stelle il verde alloro;
Toglie al Sebeto il Mincio
Leggiadra Cantatrice,
Ond’era il lido suo chiaro e felice:
Gloriosa vendetta al mondo sola,
Se perde un Cigno, una Sirena invola!3



  1. Lettera del Gentili, 12 maggio 1610 — Ademollo, La bell' Adriana, p. 117
  2. Ademollo, o. c, p. 117.
  3. Il Teatro delle glorie, p. 131.