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il sogno della vergine 155


O figlio d’un intimo riso
dell’anima! o fiore non nato
da seme, e sbocciato improvviso!

Tu fiore non retto da stelo,
tu luce non nata da fuoco,
tu simile a stella del cielo;

dal cielo dell’anima, ov’ora
sbocciasti improvviso, tra poco
tu dileguerai nell’aurora.

In tanto tu vivi per una
breve ora; in un’anima, in tanto,
di vergine: in quella tua cuna
tu piangi il tuo tacito pianto.

IV


Si dondola dondola dondola
senza rumore la cuna
nel mezzo al silenzio profondo;

così, come tacito al vento,
nel tacito lume di luna,
si dondola un cirro d’argento.

Oh! dormi col tremolìo muto
dell’esile cuna che avesti!
non piangerlo tutto, il minuto