Pagina:Canti di Castelvecchio.djvu/225

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il bolide 209


siepi, solchi, capanne, e le fiumane
erranti al buio, e gruppi di foreste,
e bianchi ammassi di città lontane.

Gridai, rapito sopra me: Vedeste?
Ma non v’era che il cielo alto e sereno.
Non ombra d’uomo, non rumor di péste.

Cielo, e non altro: il cupo cielo, pieno
di grandi stelle: il cielo, in cui sommerso
mi parve quanto mi parea terreno.

E la Terra sentii nell’Universo.
Sentii, fremendo, ch’è del cielo anch’ella.
E mi vidi quaggiù piccolo e sperso

errare, tra le stelle, in una stella.