Pagina:Commedia - Inferno (Lana).djvu/37

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negro su la fronte amodo duna stella questo era zovenetto e grasso non avea alcuna fadiga e avea bon pascolo sì chera fresco e gaiardo aveasse aleta una videlletta chera de pelo tutta variata ecum questa conservava nel pascolo esolo ad essa atendea quando spargea soi semente or per lo destro chel avea senza fadiga era molto spesso acotai salti. la raina spesse volte se feva ale fenestre vedea quel zimbello e inamorosse oltra mesura dequel videlleto siando cussi errada evogliando soa volunta redurre ad effetto penso daver consiglio cum chi la potesse aitare e mando per uno maestro lo qual avea nome dedalo chera ingignero esitil persona defare artificii lo qual maestro pronto nella corte dello re de cotai cose. tolsili fidanza eligollo per sagramento e apresso lo comenzo amenazar de farlo morir sel non tignisse credenza. costui sicomo sudito li promise credenza. e questa li disse lo so volere e disse chel pensasse mo e via comella potesse star carnal mente con questo vidello costui vegendo la volunta della donna penso al fatto efe una vaccha de lengno la qual simiglava de grandezza a quella chera amada del vidello facta quella secreta mente de notte tolseno la vacca viva ancisella e tolseno la pelle emisela sovra la vaccha del legno ebrigosse un diafar questo lavorero lo vidello nandava cercando questa vaccha tra le altre e non la trovava arabia e mutilava forte quando venne alaltro zorno la detta raina passipe intro in la ditta vaccha del legno emisel so istrumento fabricatorio in quel luogo overa quel della vaccha efecese portare nel prato dovera laltri videlli evac-nonne aveva se nonne un poco di nero nella testa a modo d’una istella. Questo era molto grasso leggiadro e bello e molto gagliardo e avevasi iscelta tra le vitelle o vero vache una ch’aveva il pelo molto variato e con questa sola conversava e con essa faceva usanza di natura molto ispesse a cotali assalti la reina Pasife si faceva molto ispesso alle finestre del palagio e vedeva tali zimbelli e veduto essa questo più volte essa s’inamorò di quello vitello oltra misura e volendo sua volontà riducere a effetto pensò d’avere consiglio con chi la ne potesse atare mandò per uno maestro ch’aveva nome Dedalo il quale era sottilissimo a fare artifici ed era maestro della corte attali affari prese Pasife fidanza di lui e fecesi prestare sagramento e anche minacciò di farlo morire se mai lo manifestassi costui sì come sudito le promisse di tenerlo segreto. Costei gli palesò suo bestiale amore e dissegli che pensassi modo com’ella avessi affare carnalmente col detto vitello. Costui udendo la volontà della reina pensò sopra a questo fatto e in brieve fece una vaca di legnio la quale era della grandezza della vaca amata dal vitello fatta questa segretamente tolsono la vaca viva e uccisola e poi la scorticaro e missono il quoio sopra alla vaca del legnio e penò un dì affare questo lavoro lo vitello andava cercando questa vaca fra l’altre e non trovandola arrabbiava e faceva gran mughi quando venne l’altro di la detta reina Pasife entrò nella detta vaca del legnio e pose lo strumento fabricatorio pari dov’era quello della vaca e fece portare essa vaca in che essa era dentro intra l’altre