Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/125

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con la grande ricchezza a casa, l’angelo si manifestò loro e sparittesi via. E visse poi Tobia, più che non era vissuto, in grande felicità; e dopo la morte sua e della madre tornò Tobia giovano a Raguel suo suocero, e seppellitte lui e la sua donna, e rimase erede d’ogni cosa; c così appare che Raffael fu l’angiolo che risanò Tobia, lo quale la santa Chiesa rappresenta in forma di giovano. Quel, che Timeo; cioè Platone nel libro, che si chiama Timeo 1, dell’anime argomenta; cioè ch’elle siano create da Dio e poste a stelle 2 a loro adequate, e quinde discendono 3 et incorporansi, e poi quine ritornino alla sua stella ciascuna, Non è simile a ciò, che qui; cioè in questo luogo, si vede; di questi spiriti, che ti si sono mostrati, Perocchè, com’ei; cioè com’elli, dice; cioè Platone nel detto libro, par ch’ei; cioè pare che elli, senta; cioè così intenda: imperò che, benchè parli a questo modo, potrebbe avere sotto questo parlare intenzione 4 che serebbe buona. Dice, che l’alma; cioè dice Platone in quello libro, che l’alma; cioè che l’anima, a la sua stella riede; cioè alla sua costellazione ritorna, Credendo; cioè Platone, quella; cioè anima, quinde; cioè da quella stella, esser decisa; cioè essere partita, Quando Natura; cioè la natura naturata, secondo questa oppinione: imperò che la natura naturante la creò prima et accompagnòla colla stella sua, per forma la diede; cioè quella anima al corpo ch’ella vivifica, e fa omo. Acciò che mellio s’intenda questo 5 che Platone disse in Timeo, debbiamo sapere che li Filosofi antichi; cioè alquanti, tenneno che al principio, quando Iddio creò lo mondo, creasse ancora l’anime umane e ciascuna ponesse colla sua stella nell’ottava spera dove sono le stelle fisse, acciò che vedessono e contemplassono lo ragionevile movimento del firmamento, e con isperanza e desiderio di somma beatitudine s’incorporasseno e reggessono li corpi secondo lo moto del firmamento ragionevilmente, quando ad incorporarsi discendesseno; e, stanti in quello cielo libere dal bruttamento del corpo, possedessono lo cielo et avessono perfetto cognoscimento delle cose passate, presenti e future; ma quella che intrasse in pensieri d’avere la vita terreste e la corpulenzia ch’ella vedea quaggiù in terra, stante nella sua altezza solamente per lo carico di quello pensieri, a poco a poco incominciava a descendere e pilliava corpo chiaro, sidereo; e descendendo di quello primo cielo, venia nel cielo, ovvero spera di Saturno, e quine si copria rotandosi e volvendosi con quel pianeto lo suo vestimento, e perdea della perfezione che prima seco avea arrecato, sicchè quine si vestiva del torpore e pigrezza perdendo

  1. C. M. Timeo: imperò che a lui lo scrisse, dell’
  2. C. M. alle stelle
  3. C. M. descendano per incorporarsi, e poi separate dai corpi ritornino
  4. C. M. intenzione; ma elli non sentitte altramente che le parole suonino. Dice
  5. C. M. quello
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