Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/192

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reggimento dei consuli; e però ben dice lo testo: in sette regi: imperò che sette re abbiamo contati, Vincendo intorno le parti vicine; come appare per le storie dette di sopra. E ben dice a Dante ch’elli sapea: imperò che queste istorie avea letto in Tito Livio, e di quinde l’ò cavate del primo libro della prima decade, et abbreviatole 1 lo più che io ò potuto.

C. VI — v. 43-54. In questi quattro ternari lo nostro autore finge come lo spirito, ch’elli àe indutto di sopra a parlare, continui 2 ancora lo suo parlare nella materia di sopra incominciata, cioè de le cose geste 3 dai Romani sotto la insengna dell’aquila, e dai loro imperadori, toccando tutte le loro istorie brevemente, dicendo così: Sai; cioè tu, Dante: imperò che ài letto le storie romane, quel che fe; cioè la insengna dell’aquila, portato da li egregi; cioè dai nobili: egregio è colui, che passa lo modo degli altri: imperò che gregario cavalieri si chiama 4 colui che non era ancora adornato d’alcuno adornamento di cavallaria, perchè egli era pari delli altri; ma egregio si dicea, cioè fuor della grece 5 delli altri, colui che per alcuna prodezza e gagliardia era onorato, secondo la sua opera, d’alcuno adornamento di milizia oltra agli altri, Romani; ben si può dire de’ Romani che fussono egregi: imperò che nell’opere virtuose e dell’armi avanzorno tutti gli altri, contra Brenno; questo Brenno fu duce dei Senoni che vennono di Francia, e passati in Toscana di Lombardia nella quale di lungo tempo inanti erano passati li Franceschi, vennono a Chiusi; e guerreggiando, li Chiusini si raccomandorno ai Romani, e li Romani mandorno imbasciaria ai Franceschi pregandoli che non dovessono fare guerra a li amici loro, e tanto furno voluntarosi l’ imbasciadori che uno di’ combattendosi, Quinto Fabio, uno de’ Fabi ch’era delli ambasciadori, uscitte nella battaglia et uccise lo capitano de’ Franceschi, non Brenno; ma uno altro che era loro duce. Allora li Franceschi, indegnati contra li Romani, lassorno stare li Chiusini, e mandorno imbasciadori ai Romani dimandando li Fabi ch’erano stati violatori de la ragione; et essendo fatti tribuni li Fabi, e male risposto a li ambasciadori, presono la guerra li Franceschi contra li Romani, e cavalcato subitamente vennono ad uno fiume che si chiama Alia presso a Roma, a diece miglia 6. E venuto quine, li Romani furno sconfitti, e li Franceschi se ne vennono in Roma e presono tutta la città, salvo che la rocca tarpeia, la quale fu difesa per l’oche che gridorno la notte che li France-

  1. C. M. abbreviatole, lo più che abbo potuto, per non essere troppo lungo.
  2. C. M. continuò ancora la sua orazione nella materia
  3. Geste; fatte, operate; da gestus participio latino. E.
  4. C. M. si chiamava
  5. Grece; gregge, come brace e brage. E.
  6. C. M. millia. E scontratosi quine con li Romani e combattuto, li Romani furno