Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/319

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imperò che la sua natura è sì alta, che non si può dire, nè pensare per la bassezza del nostro intelletto, e ben dice Valore: imperò che ogni cosa può Guardando nel suo Figlio; cioè ponendo mente nel suo Figliuolo, cioè la divina potenzia che è attribuita al Padre, quando li piacque, ragguardò nella sua increata sapienzia che è attribuita al Figliuolo, co l’amore; cioè colla sua perfetta carità che è attribuita allo Spirito Santo; e però adiunge: Che l’uno e l’altro eternalmente spira; cioè lo quale amore lo Padre e lo Figliuolo sempre da sè spira, cioè produce: però che lo Spirito Santo sempre procede dal Padre e dal Figliuolo, dice eternalmente: imperò che tale produzione fue ab eterno. E per questo dà ad intendere che a la creazione della creatura fu la potenzia del Padre, la sapienzia del Figliuolo, e l’amore dello Spirito Santo, sicchè tutte e tre le persone divine vi concorseno: imperò che sì grande cosa, come è lo mondo, non si serebbe potuto fare di niente, se non da chi fusse stato onnipotente e non si sarebbe fatto con tanto ordine se non avesse avuto perfetta sapienzia, e non l’arebbe fatto se a ciò non si fusse mosso per sua infinità carità e benivolenzia; e però dice Boezio nel terzo della Filosofica Consolazione: Quem non externœ pepulerunt fingere causœ Materiœ fluitantis opus, verum insita summi Forma boni, livore carens. — E però dice l’autore che la Divina Potenzia, guardando ne la sapienzia del Figliuolo co l’amore dello Spirito Santo, che non è altro a dire se non che Iddio quando volse, mosso da niuna cagione se non da la sua somma et infinita bontà, fece lo mondo così ordinato e così perfetto, che nulla ci manca e nulla ci si potrebbe iungere che non guastasse lo fatto; e però dice: Con tanto; cioè con sì grande, ordine fe; cioè con ordine incomprensibile et inenarrabile, e qui si dimostra la sapienzia sua, Quanto per mente o per occhio si gira; cioè tutto ciò che per mente umana si può pensare del mondo: imperò che anco n’è più a che la mente non adiunge e co l’occhio non può vedere: imperò che anco tutto non si vede co l’occhio corporale cioè che si vede coll’occhio mentale, che esser non puote Senza gustar di lui; cioè senza assaggiare di Dio, chi; cioè colui lo quale, ciò; cioè quello del mondo, che per occhio si può vedere e per mente comprendere, rimira; cioè ripensa co la mente e riguarda co l’occhio: imperò che per le cose create si cognosce lo creatore, poichè così è. Leva dunque, Lettor; ecco che conchiudendo invita lo lettore a la contemplazione del moto dei cieli, dove si vede l’ordine che Iddio à dato a la natura naturata, a l’alte rote; cioè dei cieli, Meco la vista; cioè con me Dante lo tuo vedere mentale, dietro a quella parte; ecco che lo ristringe a quella parte che vuole, cioè a quella parte del Zodiaco che si chiama Aries, Dove; cioè ne la qual parte, l’un moto; cioè