Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/32

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   20 p a r a d i s o   i. [v. 49-63]   

Teologia, in sul sinistro fianco; ben dice in sul sinistro fianco: imperò che a chi sta nell’altro emisperio verso l’oriente volto, la spera del Sole li viene da sinistra, come a noi nel nostro emisperio da destra. Viddi rivolta; cioè io Dante, e ragguardar nel Sole; cioè coi suoi occhi che sono partiti 1 da quello splendore, Aquila sì non si li affisse unquanco; cioè non mai si fermò per sì fatto modo l’aquila co gli occhi suoi, che sono potenti di recevere lo splendore del Sole, come 2 si fermò Beatrice al Sole; et è qui quello colore che si chiama imago. Questo è secondo la lettera: secondo l’allegoria è ch’ella s’affisse a ragguardare lo Sole di vita eterna, per mostrarlo a l’autore e ai suoi lettori: molto si fermano li Teologi nella luce divina, per poterla comprendere quanto licito è.

C. I — v. 49-63. In questi cinque ternari lo nostro autore finge come, seguitando lo sguardo di Beatrice, elli defisse li occhi nella rota del Sole e vidde due Soli, dicendo così: E sì come; qui una similitudine fa, et è colore che si chiama similitudo; cioè come lo raggio si riflette da luogo dove percuote in su unde esce; così l’atto fisso di Beatrice di ragguardare lo Sole fisamente intrò nella mia imaginazione e fece me disponere similmente a defigere li miei occhi nel Sole come faceva ella; e però dice: E sì come segondo raggio sole Uscir del primo; cioè raggio diflettendosi in su; e però dice, e risalire ’n suso; unde è disceso, Pur come peregrin; ecco che fa un’altra similitudine: lo peregrin che à desiderio di ritornare alla sua patria sempre va e non sta contento in fin che non è tornato alla patria sua; così lo raggio solare che descende giuso, perchè la natura sua è di stare in alto, come è giunto a luogo che non può passare si riflette in su per tornare al sito suo, così, come peregrin; cioè come straniero, che tornar vole; alla patria sua, Così; che adatta la similitudine, si fece il mio; cioè l’atto di me Dante, del suo atto; cioè di Beatrice, per gli occhi infuso: cioè messo per li occhi miei, Ne l’imagine mia; cioè dentro nella mia imaginazione; cioè come io viddi fare a lei, cioè a Beatrice, cioè guardare fisamente co li occhi suoi il Sole; così imaginai di fare io, e questo è secondo la lettera; ma secondo l’allegoria intende che, ragguardando collo intelletto suo quando studiava la Teologia, quanto li Teologi 3 fisamente miseno li occhi dello intelletto e della ragione sua in Dio che è vero Sole, venne a lui imaginazione di fare lo simile, come noi quando veggiamo colli occhi corporali fare alcuno atto che ci piaccia c’ingegniamo di fare quel medesimo; e però adiunge: E fissi 4; cioè fermai io Dante, gli occhi; cioè corporali, secondo la lettera; ma

  1. C. M. sono patienti di quello
  2. come-aggiunto dal Cod. Magliab. E.
  3. C. M. li Filosofi
  4. Fissi; perfetto irregolare dall’infinito figgere o figere. E.