Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/322

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   310 p a r a d i s o   x. [v. 13-27]   

tornato a l’Equatore, et è pari lo di’ co la notte; e poi incomincia da capo quando entra in Aries a crescere lo di’ e mancare la notte, et incominciasi la prima parte dell’anno, cioè la primavera, e così vanno gli altri pianeti. E per questo appare che lo moto dei pianeti è attraverso al moto del primo mobile che si gira in 24 ore, e così fa girare l’ottava spera et ogni suo contento, et anco attraversa lo moto dell’ottava spera che gira incontro al primo mobile in 100 anni uno grado. E questo è quello che l’autore àe dimostrato nella parte detta di sopra, e che dirà appresso per descrivere lo tempo, cioè che lo Sole, quando si trovò sallito in esso, era in Ariete alquanti gradi; e così appare che fusse di marzo quando 1 incominciò ad avere questo pensieri. E sopra l’esquisizioni dello inferno finge che stesse due notti et uno di’, e sopra l’esquisizioni del purgatorio tre notti e tre di’, e sopra l’esquisizioni dei cieli e del paradiso non assegna tempo determinato: però che l’ombra della terra non adiunge se non infine al cielo di Venere co la sua punta, et insin quine salitte uno di’: da inde in su non può essere 2 notte.

C. X — v. 13-27. In questi cinque ternari lo nostro autore finge, come è detto, come tornato a scrivere quello che avea veduto montando al cielo del quarto pianeto e nel corpo di quel pianeto, cioè del Sole, in prima volendo descrivere lo tempo ponesse una esortazione al lettore che levasse la mente a considerare la potenzia, sapienzia e la clemenzia d’Iddio nelle sue creature e massimamente nei cieli li quali elli fece sì belli e con tanto ordine e con tanto effetto nelle cose di giù, continuando la detta esortazione adiungesse alcune belle sentenzie d’Astrologia e ritornò a la materia, dicendo così: Vedi; cioè tu lettore, guardando in cielo al cerchio che si chiama Equatore, come da indi; cioè da esso cerchio, si dirama; cioè esce da esso come fa lo ramo dell’albore, e torce in verso lo Tropico estivale l’uno ramo del Zodiaco e’ l’altro ramo in verso lo Tropico iemale, e così di quinde torce l’altra quarta del Zodiaco e ritorna a l’Equatore, e dall’Equatore torce e va al Tropico iemale l’altra quarta sì, che tutto è diviso in quattro quarte, de le quali le due si coniungono nel nostro emisperio al Tropico estivale, cioè Aries, Taurus, Gemini, che è l’una quarta; e Cancer, Leo, Virgo, che è l’altra, et incomincia dall’Equatore, la prima di verso oriente, e la seconda di verso occidente termina all’Equatore; e l’altre due quarte, cioè la terza che incomincia dall’Equatore diverso occidente che termina al Tropico iemale, nell’altro emisperio, cioè Libra,

  1. C. M. quando ebbe imaginazione; ma sopra l’esquisizione de l’inferno
  2. C. M. notte; sì che non si può comprendere quanto tempo determinato stesse. E questo fece l’autore, per seguitare con la sua fizione la verità: imperò che in paradiso, dove è vita eterna non può esser tempo. Seguita.