Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/396

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76Ma la Natura la dà sempre scema,
     Similemente operando all’artista,
     Ch’à l’abito de l’arte e man che trema.1
79Però se il caldo amor la chiara vista
     De la prima virtù dispone e segna,
     Tutta la perfezion quivi s’acquista.
82Così fu fatta già la terra degna
     Di tutta l’animal perfezione;
     Così fu fatta la Vergine pregna.
85Sì ch’io commendo tua opinione.
     Che l’umana natura mai non fue,
     Nè fia, qual fu in quelle due persone.
88Or s’io non procedesse avanti piue,
     Dunque come costui fu senza pare?
     Comincerebber le parole tue.
91Ma, perchè paia ben ciò che non pare,
     Pensa chi era, e la cagion che ’l mosse,
     Quando fu detto: Chiedi, a dimandare.
94Non ò parlato sì, che tu non posse
     Ben veder ch’ei fu re, che chiese senno
     Acciò che re sofficiente fosse;
97Non per saper lo numero in che enno2
     Li motor di quassù, o se necesse
     Con contingente mai necesse fenno;
100Non si est dare primum motum esse,
     O se di mezzo cerchio far si potè
     Triangol sì, ch’un retto non avesse.

  1. v. 78. C. A. Che all’abito dell’arte à man che trema.
  2. v. 97. Enno; sono. Da è, giuntovi no provenne eno, e duplicato l’n enno. E.