Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/463

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poi: imperò che tutti furno chiamati Allighieri, o vero Aldighieri. quelli del casato suo, e che cent’anni e piue Girato à ’l monte; cioè che più di cento anni àne circuito lo monte, cioè del purgatorio. a la prima cornice; cioè nel primo giro del purgatorio, dove finge che sia una cornice che lo gira intorno, siccome appare nella seconda cantica del canto ix.; e, per quello che dice qui, dà ad intendere che Allighieri, del quale fa menzione qui, fusse dei superbi che purgano la sua superbia in sul primo giro del purgatorio sotto gravissimi pesi; e, perchè dice cento anni e più, mostra che vi fusse stato più di cento anni: imperò che più di cento anni erano passati, poi che moritte, infine a questo di’: et anco mostra che avesse anco a stare lungo tempo 1 a girare lo monte, perchè non era ancora purgato del peccato della superbia, Mio fillio fu; dice messer Cacciaguida a Dante, secondo la sua fizione, che colui del quale è detto di sopra, cioè Allighieri, fu suo filliuolo unde messer Cacciaguida veniva terzo avo a Dante, come appare per questo che dice: e tuo bisavo fue; cioè fu padre del padre di tuo padre. Ben si convien che la lunga fatica; cioè di girare lo monte 2, Tu; cioè Dante, li raccorci; cioè l’abbrevi, co l’opere tue; cioè co l’orazioni e co le lemosine e coll’altre sante e buone operazioni, che si fanno per L’anime de’ morti: imperò che se’ suo parente e non à altri nel mondo che faccia bene per lui. E per questo, che dice che gli raccorci la lunga fatica, pare che Allighieri, che era stato in su la prima cornice del purgatorio a purgarsi d’esso, v’avesse anco a stare molto tempo più. Et anco si può intendere che avesse a stare 3 per li altri sei giorni a purgarsi de li altri peccati, sicchè Dante li poteva mancare 4 questa fatica, che era lunga, co le orazioni et elemosine. E ciascuno è tenuto a pregare per li suoi, s’elli vuole avere perfetta carità.

C. XV — v. 97-111. In questi cinque ternari lo nostro autore finge che lo suo terzo avo, messer Cacciaguida, continuando lo suo parlamento, dicesse de le condizioni de la sua città di Fiorenza al tempo suo nel quale ella era 5, in stato virtuoso, dicendo così: Fiorenza; cioè la città nostra, dentro da la cerchia antica; cioè non dentro dal muro antico, cioè dentro al quale fu edificata prima da’ Romani grande e bella città, secondo che dice Ioanni Villani, che la edificorno quattro Romani, cioè Albino, Macrino, Gneo Pompeio

  1. C. M. tempo per quel che seguita, perchè fu molto superbo, benchè al line se ne pentisse, Mio fillio
  2. C. M. lo monte con gravi pesi addosso, Tu;
  3. C. M. a stare in quello primo e poi nelli altri sei gironi, per purgarsi
  4. Non è da lasciare inosservato questo mancare in senso transitivo di abbreviare, diminuire, raccorciare, scemare ec. E.
  5. C. M. era in buono stato frugale e virtuoso, dicendo: Fiorenza;