Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/577

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     [v. 31-42] c o m m e n t o 565


C. XX — v. 31-42. In questi quattro ternari lo nostro autore finge come la detta aquila, parlando, li dimostrò chi erano li spiriti che formavano li suoi occhi, dcendo così: La parte 1; cioè li occhi. e però dice: in me che vede; cioè la quale è in me, unde io veggio, e patè ’l Sole; cioè la quale parte sofferisce di vedere la spera del Sole: diceno li Naturali che l’aquila àe sì acuto vedere, che ella può tenere l’occhio a la spera del Sole, Nell’aquile mortali; cioè in quelle che sono nel mondo, che noi abbiamo per nostra beatitudine vedere continuamente lo Sole di vita eterna, cioè Iesu Cristo glorificato, incominciommi; cioè incominciò a dire la detta aquila a me Dante. Or; cioè avale, fisamente; attentamente, riguardar si vuole; cioè da te Dante. Et assegna la cagione, per che, dicendo: Perchè; cioè imperò che, dei fuochi; cioè di questi splendori, cioè beati spiriti, che sono come fuochi, ond’io; cioè dei quali io aquila, figura fommi: imperò che, come detto è di sopra, formata era di molti beati spiriti la detta aquila, Quelli; cioè beati spiriti, onde l’occhio; cioè dei quali l’occhio formato, in testa mi scintilla; cioè nella testa di me aquila sfavilla, Ei; cioè li sopradetti beati spiriti, che formano li miei occhi, di tutti lor gradi; cioè di tutti li gradi, chè anno li beati spiriti per merito di iustizia, son li sommi; cioè sono 2 li più alti, sicchè li più alti formano li occhi, e li più eccellenti. Colui; cioè quello spirito, che; cioè lo quale, luce in mezzo; cioè risplende in mezzo dell’occhio, per pupilla; cioè in luogo 3 de la luce dell’occhio, che in Grammatica si chiama pupilla, Fu il cantor de lo Spirito Santo; cioè David re e profeta, lo quale fu iusto re e fu profeta, e però lo chiama cantore dello Spirito Santo: imperò che cantava li salmi, che componeva colla citera 4 sua, Che; cioè lo quale, l’arca traslatò; cioè l’arca del patto che servava le taule 5 de la legge, la virga di Moise e lo vasello della manna, la quale si portava inanzi al populo, di villa in villa; cioè di luogo in luogo, come lo popolo si mutava; e di questo fu detto di sopra nella seconda cantica ancora nel canto x. Ora cognosce ’l merto del suo canto; cioè’ lo detto David 6 lo merito del suo canto, In quanto effetto fu; cioè quanto grande fu l’efficacia, del suo consillio; cioè del suo buono consillio ch’elli prese,

  1. La parte; cioè del corpo in me figurato che vede, cioè che à la virtù visiva, e parte del sole, Nell’ aquile mortali;
  2. C. M. sono in superlativo grado quelli che figurano li occhi. Colui;
  3. C. M. in luogo della pupilla della luce
  4. C. M. con la citara sua, et ivi egli predicea le cose che doveano essere, come lo inspirava lo Spirito Santo. Che
  5. Taule; tavole, come faula per favola e più sotto aula per avola, esemplando i Provenzali che pure aveano taula, faula ec. E.
  6. C. M. David cognosce ora, che è nella batitudine, lo merito