Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/622

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v’era lo tempio d’Appolline, al quale andava la gente pagana a fare sacrificio et ad avere risposta delle cose che doveano venire imperò che li populi di Campagna erano infideli et adoravano l’iduli; e però dice l’autore: Da la gente ingannata; cioè da’dimoni che parlavano nell’iduli, e così ingannavano la gente e facevano 1 credere che fussono iddii, e mal disposta: imperò che erano disposti tutti al culto dell’iduli. E quel son io; cioè io spirito, che ti parlo, sono quello, che su vi portai prima; cioè in su quel monte, Lo nome di Colui; cioè di Iesu Cristo, che ’n terra addusse; cioè lo quale Cristo arrecò in terra, La verità; cioè della fede, che; cioè la quale verità, tanto ci soblima; cioè tanto c’innalza, che ci fa montare in cielo in vita eterna. Questo fu santo Benedetto, lo quale fu di Norcia, monaco di santa vita e poi abbate, e fece la regola dei monaci bianchi: prima fu eremita e poi fece più monasteri di monaci, et in monte Casino ne fece e quine abitò coi suoi monaci al tempo di Iustiniano imperadore ne li anni della incarnazione di Cristo 529. E convertitte tutte quelle terre a la fede, e fece cadere lo tempio d’Apolline per divino miraculo, e quine fece fare la chiesa a Dio vivo e vero; e però finge l’autore che dica le parole predette. E però dice ancora: E tanta grazia; cioè d’Iddio, sovra me; cioè Benedetto, rilusse; cioè risplendè, Ch’io ritrassi le ville circustanti; cioè al monte Cassino, Dall’empio culto; cioè dell’iduli, che; cioè lo qual culto dell’iduli, il mondo sedusse; cioè ingannò: imperò che grande tempo fu ingannato lo mondo dal culto dell’iduli. E, poi che àe detto di sè, finge che dica delli altri spiriti che erano con lui, dicendo: Questi altri fochi; cioè questi altri spiriti, che sono dentro a questi fuochi, tutti contemplanti Uomini furno; e questo finge l’autore che dica santo Benedetto, perch’elli fu contemplativo; et in quella spera, secondo sua fizione, si rappresentano li contemplativi, accesi di quel caldo; cioè dello amore d’Iddio, Che; cioè lo quale caldo, fa nascere i fiori e i frutti santi; cioè le parole sante e l’opere sante; imperò che dal caldo de l’amore divino viene lo bene dire e lo bene operare. Qui è Maccario; questo anco fu santo omo contemplativo. qui è Romualdo; questo anco fu santo omo contemplativo. Qui son; cioè in questo luogo si rappresentano, li frati miei; cioè li miei monaci santi e buoni e contemplativi, che dentro ai chiostri; cioè dentro a le clausure de’ monasteri, Fermaro i piedi; cioè le loro affezioni; e, quanto alla lettera, fermorno la loro abitazione, e tenner, cioè li detti miei frati, il cuor saldo; cioè lo suo proposito saldo e fermo: imperò che, come detto è, l’autore nostro finge che nel cielo di Saturno si rappresentino li contemplativi, perchè

  1. C. M. facevano vedere le cose che dovevano, e così facevano credere che fusseno