Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/624

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     612 p a r a d i s o   x x i i . [v. 61-72]


C. XXII — v. 61-72. In questi quattro ternari lo nostro autore finge come santo Benedetto rispuose a la sua dimanda, dicendo così Ond’elli; cioè per la qual cosa elli, cioè santo Benedetto per la mia dimanda mosso rispuose, s’intende: Frate; disse a Dante, chiamandolo fratello, che è nome di carità, il tuo caldo disio; cioè lo tuo acceso desiderio, S’adempierà; cioè sarà sazio, in su l’ultima spera; cioè di sopra a la nona et ultima spera, dove è lo cielo empireo e dove è la gloria de’beati: imperò che quine è Iddio, ove s’adempien tutti li altri; cioè desidèri, e quine sono sazi e quieti, e ’l mio: cioè 1 et anco lo mio desiderio s’adempie e sazia, finge che dicesse santo Benedetto. Ivi; cioè di sopra a la nona spera, è perfetta natura: imperò che quine è Iddio, che dà perfezione a la natura naturata umana et angelica, e però s’intende: Quine è perfetta la nostra natura umana, et intera; cioè e compiuta, Ciascuna disianza; cioè ciascuno desiderio umano, in quella sola; cioè sopra la nona spera, E ogni parte là, dove sempre era; cioè sopra la nona spera, che è lo primo mobile, è lo cielo empireo che è immobile; e però dice che ogni parte è dove era prima: però che non à movimento; et ora rende la cagione, dicendo: Perchè non è in loco; cioè lo cielo empireo non è locato in luogo alcuno, sicchè non è contenuto da luogo, come sono le nove spere, e non s’impola; cioè e non si ferma in su’ poli, come l’altre spere: imperò che la nona spera àe due poli; artico et antartico, e così poi l’altre. E nostra scala; cioè lo nostro ascendimento, infin ad essa varca; cioè infine la sopradetta nona spera. Onde così dal viso ti s’invola: imperò che da indi insù non la puoi vedere tu, Dante. Insin lassù; cioè infine al detto luogo, la vidde il patriarca Iacob porger la superna parte. E scritto nel Genesi, ca.° xxviii che, quando Isaac ebbe benedetto Iacob, li disse che egli andasse in Siria, in Mesopotamia, e pigliasse donna de le figlie di Laban, e comandolli che non pigliasse di quelle di Canaan. Unde andando, una sera si puose a dormire nel cammino al sereno e puosesi una pietra per capezzale; e la notte vidde questa visione; cioè una scala che di terra ascendeva infine al cielo, e sopra essa li Angeli salliano e descendevano, et in capo a la detta scala era Iddio che li diceva: Io sono lo Iddio d’Abraam e d’Isaac, e l’altre 2 che quine sono scritte. E di questa scala finge l’autore che santo Benedetto facesse menzione: Quando li apparve; cioè al detto Iacob, d’Angeli sì carca; cioè la detta scala ne la sua visione 3, come

  1. C. M. cioè quine, dove tutti gli altri desidèri e lo mio sono sazi et adempiuti e quieti, perchè quine è vita eterna e perfetta beatitudine, et anco
  2. Notisi questa vaga ellissi: l’altre; cioè l’altre cose ec. E.
  3. C. M. visione, sì caricata d’Angeli, come apparitte ora all’autore carica di beati spiriti. E qui