Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/651

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di colore celeste, molto preziosa, Del qual, cioè zafiro, il Ciel più chiaro; cioè che gli altri, e questo è lo cielo empireo, s’inzafira; cioè s’adorna come d’uno bello zafiro; e questo zafiro, secondo l’autore, figura la Vergine Maria. E qui è da notare che l’autore figura che l’angelo Gabriel stia e girasi intorno a la Vergine Maria sempre, a denotare che sempre elli stette con lei, e guardolla mentre ch’ella stette in questa vita, infine ch’ella salitte in cielo, siccome apparrà ancora di sotto. E perchè lo zafiro àe certe virtù, che abundantissimamente fumo nella Vergine Maria, però la nomina col nome della detta pietra.

C. XXIII — 103-111. In questi tre ternari lo nostro autore finge come quello Angelo si manifestò, e quello che cantava lo detto Angelo, dicendo così: Io sono amore angelico; questi fu l’angelo Gabriel che fu dell’ordine dei Serafini, che sono tutti ardenti nella carità d’Iddio; e però ben finge l’autore ch’elli dicesse: Io sono amore angelico; cioè Angelo pieno d’amore e di carità d’Iddio, che giro L’alta letizia; cioè la beatitudine grande circundo co lo intelletto, da essa tornando ad essa, e rallegrandomi in essa, che; cioè la quale letizia, spira; cioè esce, del ventre; cioè della Vergine Maria, dove si generò e lo quale portò lo nostro siguore Iesu Cristo nove mesi; de la quale cosa tutti li santi e beati ànno grandissima letizia, e così ancora li Angeli che sono lieti della salute umana; e perchè dice del ventre, appare che la Vergine Maria, secondo la verità, sia figurata dall’autore essere col corpo in paradiso, Che; cioè lo qual ventre, fu albergo del nostro disiro; cioè fu ricettaculo di Cristo, che fu desiderato tanto tempo dall’angelica et umana natura: imperò che li Angeli desideravano la salute umana, come detto è; e però ben dice: del nostro disiro; cioè del desiderio di noi Angeli. E girerommi 1; ecco che l’autore finge che quello Angelo dirizzi lo suo parlare a la Vergine Maria, dicendo che sempre serà la sua contemplazione a quello alto dono, che Iddio fece a l’umana natura, donandoli lo suo Figliuolo per suo salvatore e ricompratore; la quale cosa sempre sarà cagione di letizia a tutti li Angeli, che pieni di perfetta carità desideravano la nostra salute; ma più a quello angelo Gabriel, che fu messo di sì grande ambasciata, siccome costituto 2 in maggiore grado di carità, Donna del Ciel; cioè o Vergine Maria, che se’ donna del cielo, mentre Che seguirai; cioè tu, Vergine Maria, tuo Figlio; cioè Iesu Cristo; la quale cosa sarà sempre, e così lo mio girare sarà sempre, e farai dia; cioè divina e chiara e splendida, Più la spera suprema; cioè farai più, che non era prima, lucida e chiara

  1. C. M. girerommi sempre, Donna del Ciel; ecco
  2. Costituto, seguendo il latino constitutus. E.
   Par. T. III. 41