Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/671

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grazia dello Spirito Santo, che discende abondevilmente come la pioggia sopra chi la dimanda 1. che è diffusa; cioè che è abondevilmente sparta, E ’n su le vecchie e ’n su le nuove cuoia; cioè et in su le vecchie et in su le nuove carte: imperò che le carte membrane sono di cuoia e di pelle d’animali, come di pecore, montoni, agnelli e cavretti; et intende qui del vecchio Testamento e del nuovo: imperò che la santa Scrittura è discesa da la grazia abondante dello Spirito Santo ine le menti umane, che l’ànno poi scritta co le loro mani in su le carte, È ’l silogismo; cioè è l’argomento, che me l’à conchiusa; cioè che m’à conchiuso questa conclusione, cioè che si debbe credere che vero è ciò, che crede la santa madre Chiesa: imperò che, se li Profeti nei quali parlava lo Spirito Santo, predicevano le cose che poi avvenneno di Cristo; e se Iddio promisse al suo populo di mandare o Salvatore del mondo, dunqua vero è quello, che la santa Chiesa crede e ciascuno catolico, sicchè bene dice l’autore che è lo silogismo che li à conchiusa la fede, Acutamente; cioè sottilmente, sì; cioè per sì fatto modo, che ’n verso d’ella; cioè che inverso quella demostrazione, che n’à fatto lo Spirito Santo, Ogni demostrazion; cioè ogni argomento più manifesto, mi pare ottusa; cioè grossa et oscura, Io; cioè Dante, udi’ poi; cioè che io ebbi detto questo di sopra, dice san Piero. L’antica; cioè lo Vecchio Testamento, che è come la proposizione antecedente, e la novella Proposizion; cioè lo Nuovo Testamento, che è la proposizione sequente, che così ti conchiude; cioè ti fa conclusione della fede, Perchè l’ài tu; cioè tu, Dante, san Piero dice dimandandolo: Che dici tu quella essere? Et adiunge anco dimandandolo, per divina favella; cioè ài tu questa per divina favella, cioè che sia detta da Dio? Sì mi pare: imperò che sopra mostrasti che così sia: e però di sotto afferma l’autore questo, e dimostra la prova di ciò.

C. XXIV — v. 100-111. In questi quattro ternari lo nostro autore risponde, secondo ch’elli finge, che l’opere seguitate ànno fatto pruova della sua reputazione, dicendo così: Et io; cioè Dante rispuosi così al dimando fatto di sopra a me da san Piero. La prova; cioè voi dimandate quello che io tengo della santa Scrittura vecchia e nuova, e dimandatemi se io l’òne che sia stata detta da Dio; et io vi dico che io tengo che sì, e così dissi di sopra, e la prova sono li effetti miraculosi seguitati quinde; e però dice: La prova che ’l ver mi dischiude; cioè la quale mi manifesta et apremi la verità di questa reputazione, Son l’opere seguite; cioè sono l’opere seguitate: benchè le parole divine siano bastevile prova; niente di meno fanno maggiore prova a li omini mondani le prove dell’opere 2 che sono

  1. C. M. dimanda: ploia in lingua francesca è a dire pioggia in lingua nostra, che è
  2. C. M. mondani l’opere che sono seguite, le quali