Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/722

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     710 p a r a d i s o

130Tale, balbuziendo ancor, digiuna,1
     Che poi divora co la bocca sciolta2
     Qualunche cibo per qualunca luna;3
133E tal balbuziendo ama et ascolta
     La madre sua, che con loquela intera
     Disia poi di vederla sepolta.
136Così si fa la pelle bianca nera,
     Nel primo aspetto de la bella fillia
     Da quei, che porta mane, e lascia sera.4
139Tu, perchè non ti facci meravillia,
     Sappi che ’n terra non è chi governi,
     Unde si svia l’umana famillia.
142Ma prima che Genaio tutto si sverni,5
     Per la centesma ch’è laggiù negletta,
     Ruggeran sì questi cerchi superni,
145Che la fortuna, che tanto s’aspetta,
     Le poppe volgerà u’ son le prore6
     Sì, che la classe correrà diretta;
148E vero frutto verrà dopo ’l fiore.

  1. v. 130. C. A. E tal,
  2. v. 131. C. A. colla lingua
  3. v. 132. C. A. qualunque
  4. v. 138. C. A. che apporta
  5. v.142. C. A. Gennaio tutto sverni,
  6. v. 146. C. A. La poppa .... plore




C O M M E N T O


Al Padre, al Filio, ec. In questo canto xxvii lo nostro autore finge com’elli sallitte dal cielo ottavo al cielo nono, che è lo primo mobile. E dividesi questo canto in due parti principali: imperò che prima finge come risonò di canti la corte di paradiso, et appresso Beatrice, e come santo Piero riprende forte 1 li suoi successori; nella seconda, com’elli montò da l’ottava spera a la nona, et incominciasi quine: Siccome di vapor ec. La prima, che sarà prima le-

  1. Forte; in modo forte, fortemente E.