Pagina:Compendio del trattato teorico e pratico sopra la coltivazione della vite.djvu/60

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abbassati sul vecchio legno, o dai sarmenti percossi dalla gragnuola, che non dando altro che deboli getti devono essere tagliati al disotto della ferita. Si può infine attribuire questa malattia ad ulceri, o crepolature occasionate da brine, da nebbie, e dalla negligenza avuta nell’inverno di non staccare i sarmenti dai pali, e dal non avere levate al tempo del taglio le parti sofferenti.

L’abbondanza degli ingrassi è sempre nociva alla vite, somministrandole più succhi nutritivi, che non può elaborare, e se non si affrettasse a spargere sostanze, che dimagrano il suolo, come sabbia, ghiaja, rottami di fabbriche, non tarderebbe a soccombere a una terribile indigestione. La cattiva maniera, che s’impiega per propaginare è anche una causa di malattia, ed è tanto più pericolosa, che si dura fatica ad accorgersene dal focolajo. Quella gran quantità di vecchi sarmenti, che si coprono di terra, alterano decomponendosi il succo, che somministrano al giovine stipite, il quale per riprendere vigore à bisogno di essere separato totalmente dalla parte ammalata, e che senza temere se ne tagli anche fino alle radici che potrebbero essere attaccate. Se per incuria il vignajuolo à danneggiato col suo ferro lo stelo, bisogna rimediarvi coll’unguento di St. Fiacre, l’argilla, o anche il carbone mescolato col sapone bagnato. Questi mezzi, e l’applicazione della cera molle, del catrame, di un ferro caldo, non possono sempre impedire lo scolo del succo, sopra tutto se la piaga è recente: allora non resta più altro mezzo per sottrarla all’aria ed operare la sua guarigione, che levare completamente l’umido con una spugna; ed applicarvi su-