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42 confessioni d’un scettico

di subito come rapito dal vento del deserto; quelle speranze nudrite nelle dolci visioni dell’infanzia, consolate di lagrime virginali, benedette dalla pietà della madre che te le depose nel cuore, ti fuggono via come colombe esterrefatte dalla tempesta. Dal capo santo di Cristo ad uno ad uno tramontano i raggi della sua deità, e sulla croce abbracciata con sospiri ineffabili tu non vedi più il redentore del cielo e della terra, ma un martire della propria coscienza ebbra d’ideali impossibili. Il sovrannaturale co’ suoi terrori d’oltretomba, colle sue apocalissi messianiche, colle sue predestinazioni indeprecate, colle sue demenze ascetiche, co’ suoi cicli paradisiaci, ti si discioglie dall’intelletto, e ti trovi d’innanzi la natura co’ suoi gruppi meccanici, colle sue migrazioni eterne, colle sue leggi scettiche.

A quella rivelazione tragica mi si ribellò la parte di me stesso educata nelle speranze molli del cuore; l’avidità tormentosa ed acre che mi portava su tutte le