Pagina:Continuazione e fine della Replica del dottor C. Cattaneo alla Risposta dell'ing Giovanni Milani.djvu/40

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DELL'INGEGNERE MILANI 385

fusione cominciò da lui; egli ne diede il primo esempio, per il suo nudo interesse e la sua cieca ambizione. Come vuole ora appellarsi, contro gli altri, all’ordine e alla legge?

O in settembre 1838 lo statuto valeva: — e i direttori non avevano facoltà fuori di quello, e contro quello. O lo statuto non valeva ancora: — e la Società anónima non aveva legale esistenza, e non poteva contrarre, nè dare altrui facoltà di contrarre per lei.

Dunque il sig. Milani nulla può vantare de’ suoi diritti contro la Società. Si rivolga ai privati che si mescolarono in quell’intrigo seco lui. Prima però provi ch’essi lo abbian tratto in inganno; cioè ch’egli non conoscesse pienamente, e al pari di loro, lo stato illécito della sua dimanda. E da ultimo, si ricordi, che dal lato suo v’è la vergognosa mancanza d’una condizione fondamentale: il suo progetto non fu compiuto, nè approvato; ma bensì fu riprovato e rifuso e ciò che ne rimane, nell’atto dell’esecuzione se ne va sfumando.

Per la menzione; che il sig. Milani fa delle controversie che corsero pel Monte-Sete tra l’ingeg. Baldassare Desimoni e il dott. Cattaneo (§ 214.°), questi gli rende grazie; e in Milano, nell’anno 1841, non occorre dir altro.

Quanto alla somma percepita dall’ingegnere Milani fino al 20 luglio 1840, il dott. Cattaneo prese la cifra complessiva, indicata nel Primo Rendiconto officiale a stampa (lire 87984).

Alle furibonde mentite del sig. Milani abbiamo opposto un troppo lungo discorso, tessuto quasi per intero con lettere e documenti, per dare assaggio al lettore che d’allegati, grazie a Dio, non avremmo penuria. La nostra Replica dimostra, che il dott. C. Cattaneo venne costretto a lasciar l’impresa, perchè stette fermo al suo dovere contro le illegali pretese del sig. Milani; il quale, nella illimitata sua padronanza, correva come un pródigo a ruinare il corpo tecnico e il suo progetto, e l’impresa, e sè medesimo, e i direttori, che lo avevano elevato dal suo nulla al più bel campo dell’arte. Gli ostinati e importuni che insistono a perseguitare coll’infausto nome dell’ingegnere Milani questa nobile impresa, hanno la risponsabilità della nostra Replica; che non intendiamo rivolta all’ingegnere ma a’ suoi fautori. Del sig. Milani non ci saremmo curati parlare nè