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capitolo xxxvi. 223


9.  Non importa loro se tu li avverti, o no; non crederanno.

10 Predica piuttosto a quei che temono il Corano e l’ira di Dio nel fondo del loro cuore; annunzia loro il perdono, ed una ricompensa magnifica.

11.  Noi risuscitiamo i morti, e registriamo le loro opere e le loro traccie. Abbiam tutto calcolato nel modello evidente.

12.  Cita loro com’un esempio gli abitanti d’una città che fu visitata dagl’inviati (di Dio).1

13.  Ne mandammo prima due, e furon trattati d’impostori; ne mandammo un terzo in ajuto, e tutti tre dissero (agli abitanti di questa città): Siamo mandati a voi.

14.  Voi siete uomini come noi, risposero. Il Misericordioso non vi ha rivelato nulla; siete impostori.

15.  Il nostro Signore, replicarono, sa bene che siamo mandati a voi.

16.  Siamo incaricati di predicarvi apertamente.

17.  Abbiamo consultato il volo degli augelli sopra di voi, e se non cesserete (di predicare) vi lapideremo. Vi riserviamo una pena terribile.

18.  Gli apostoli risposero: La vostra cattiva sorte2 vi accompagna, quand’anche foste avvertiti. Veramente siete un popolo in preda agli eccessi.

19.  Un uomo, accorso dalla parte più lontana della città, gridava loro: Miei concittadini! credete a questi apostoli;

20.  Seguite quei che non vi chiedono alcuna ricompensa, e sarete sulla via retta.

21.  Perchè non adorerei io colui che mi ha creato, ed al quale voi ritornerete tutti?

22.  Prenderei altri Dii che lui? Se il Misericordioso vuol farmi del male, la loro intercessione non mi sarà d’alcun vantaggio; non potrebbero salvarmi.

23.  Sarei evidentemente smarrito (se gli adorassi).

24.  Ho creduto al vostro Signore; ascoltatemi.

25.  (Fu lapidato; e dopo morto gli fu detto): Entra nel paradiso. Ah! se i miei concittadini sapessero

26.  Ciò che Dio m’ha accordato, e che m’ha onorato!

  1. Tutto questo passo, dal versetto 12 fino al 29, poteva riferirsi nella mente di Maometto ad un fatto particolare e reale di cui egli avrebbe sentito parlare vagamente. I commentatori lo riferiscono alla missione di due discepoli di Gesù Cristo, mandati da lui in Antiochia a predicare l’unità di Dio. Gl’idolatri di questa cittá li riceverono molto male, e li gittarono anche in un carcere, ma Gesù Cristo avendolo saputo, s’affrettò di mandare Simon Pietro. Costui, arrivato in Antiochia, finse dapprima d’essere un zelante politeista, e nello stesso tempo abile ad operare miracoli, giunse così a guadagnare il favore del popolo e dei grandi. Poco dopo fece sentire (come per caso) l’intenzione di conoscere i due apostoli e confonderli; ebbe tuttavia la precauzione di prevenirli acciò fingessero di non conoscerlo. Quando si condussero i due apostoli dinanzi a Pietro, egli l’interrogò sulla loro missione e sulla religione che predicavano, poi li sfidò a fare un miracolo decisivo, come sarebbe di risuscitare i morti; giacchè per rendere la vista ai ciechi, poteva farlo egli ancora. Allora fu fatto recare un fanciullo morto da sette giorni, ed i due apostoli gli rendono la vita. Pietro, venuto per confonderli, si confessa vinto, dichiara altamente voler abbracciare il culto unitario, si mette a spezzare gl’idoli, e converte così una gran parte degli abitanti di Antiochia. Quei che restarono increduli furono esterminati da un solo grido dell’Angelo Gabriele. L’uomo accorso dall’estremità della città (versetto 19) è un certo Habib, falegname di Antiochia, il di cui figlio era stato precedentemente guarito dai due apostoli per averlo unicamente toccato colle mani. Quest’uomo soffrì il martirio, e il suo sepolcro in Antiochia forma la venerazione dei maomettani.
  2. Alla lettera: il vostro augello è con voi.