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dalla terra alla luna 169

ciatipressioni di cinquanta o sessanta atmosfere; che diversi insetti aquatici, i quali non sentono la temperatura, s’incontrano ad un tempo nelle fonti d’acqua bollente e nelle pianure diacciate dell’Oceano polare; infine, che bisogna riconoscere nella natura una diversità, ne’ suoi mezzi d’azione, spesso incomprensibile, ma non meno reale, e che va fino all’onnipotenza. Se fossi chimico, gli direi che gli aeroliti, questi corpi per certo formati al di fuori del mondo terrestre, hanno rivelato all’analisi tracce indiscutibili di carbonio, che questa sostanza deve l’origine sua a corpi organici, che secondo le esperienze di Reichenbach ha dovuto essere necessariamente animalizzata. Per ultimo, se fossi teologo, gli direi che la Redenzione divina sembra, al dire di San Paolo sia applicata non solo alla Terra, ma a tutti i mondi celesti. Ma io non sono nè teologo, nè chimico, nè naturalista, nè fisico.

« E però, nella mia perfetta ignoranza delle grandi leggi che regolano l’universo, mi limito a rispondere: - Non so se i mondi sono abitati, e siccome non lo so, vado a vedere. »

L’avversario delle teorie di Michele Ardan si arrischiò a mettere in campo altri argomenti? È impossibile il dirlo, giacchè le grida frenetiche della folla avrebbero impedito di farsi strada a qualsiasi opinione. Allorquando si fu ristabilito il silenzio anche ne’ gruppi più lontani, il trionfante oratore si accontentò di aggiungere le seguenti considerazioni:

« Al certo comprenderete, miei bravi Yankee,