Pagina:Dalla Terra alla Luna.djvu/170

Da Wikisource.
170 giulio verne

che io sfioro soltanto la grande quistione; qui non vengo per far un corso pubblico e sostenere una tesi sopra questo vasto tema. V’ha tutta un’altra serie d’argomenti in favore dell’abitabilità dei mondi. Io la lascio in disparte. Permettetemi d’insistere sopra un punto solo: a coloro che sostengono non essere abitati i pianeti, bisogna rispondere: - Voi potete aver ragione; si è dimostrato essere la Terra il migliore dei mondi possibili; ma vero non è che, checchè ne abbia detto Voltaire. Essa non ha che un satellite, mentre Giove, Urano, Saturno, Nettuno ne hanno diversi al loro servizio, vantaggio da non trascurarsi. Ma ciò che rende soprattutto il nostro globo poco gradevole, è l’inclinazione dell’asse sopra la sua orbita. D’onde l’ineguaglianza dei giorni e delle notti; d’onde la fastidiosa diversità delle stagioni. Sulla nostra disgraziata sferoide fa sempre troppo caldo o troppo freddo; vi si gela in inverno, vi si brucia in estate; è il pianeta delle infreddature, delle corizze e delle flussioni di petto, mentre alla superficie di Giove, per esempio, ove l’asse è pochissimo inclinato 1, gli abitanti potrebbero godere temperature invariabili; c’è la zona della primavera, la zona degli estati, la zona degli autunni e la zona degl’inverni perpetui; ogni abitante di Giove può scegliere il clima che gli piace, e mettersi per tutta la vita al sicuro de’ cambiamenti di temperatura. Voi converrete senza fatica di questa superiorità di Giove sulla terra, senza parlare

  1. L’inclincazione dell’asse di Giove sull’orbita non è che di 3°, 5’.