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se non a scapito del suo poema, con qualche detrimento d’alcune singole sue parti. Ma se egli studiò le Matematiche, e del saper suo in Astronomia volle poi anche far pompa, e da verità geometriche seppe fare scaturire bellezze poetiche 1; perchè non potrò io nominarlo fra i cultori, se non fra i promotori delle Matematiche? Tornerei più tosto d’essere giustamente ripreso se nol facessi, e tanto più avendo pure l’Allighieri, nelle opere sue minori, una Dissertazione intorno alla figura dell’acqua e della terra, che temendo non gli fossero dagl’invidiosi malamente interpretati e rife-



  1. Eccone alcun esempio. “Si tratta della nota proposizione: allorchè un raggio è riflesso, l’angolo della riflessione è uguale a quello dell’incidenza. Udiamola dal poeta.

    Purg. xv, 16


    Cioè: quando un raggio caduto obliquamente sull’acqua o sullo specchio salta alle parte opposta, va in modo pari a quello con cui scese, ossia il raggio riflesso fa colla perpendicolare abbassata sul punto d’incidenza, un angolo eguale a quello, che fa colla stessa il raggio cadente, e tanto salendo allontanasi da essa perpendicolare, quanto scendendo se ne allontanava; onde se il raggio scenda dall’altezza d’un miglio, allorchè è risalito di tanto, le sue estremità sono di qua e di là equidistanti dalla perpendicolare.” (Pianciani. Nuovi Saggi Filosofici Roma 1856, pag. 228).

    E volete altro paragone preso da una verità geometrica? Eccolo:

    Par. xvii, 13


    E la poetica descrizione d’un angolo di quarantacinque gradi nè