Pagina:Deledda - Il vecchio della montagna, 1920.djvu/251

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Il terreno era piano, molle, erboso. Per quanto protendesse il bastone in giro, zio Pietro non trovava alcun ostacolo. Ingannato da ciò, per un tratto procedè tastando solo il terreno, tendendo l’orecchio al passo del cavallo, al grido della gazza, al mormorio del ruscello che si avvicinava.

All’improvviso un ardore doloroso gli bruciò la testa: aveva battuto contro un tronco. Si fermò, portandosi la mano alla fronte e lagrime cocenti gli bagnarono le palpebre. Un’onda di disperazione gli coprì il cuore, un’angoscia indefinita si fuse al dolor fisico.

Chiamò gemendo: — Basilio! — e gli parve che il passo, già molto lontano, si fermasse; ma per quanto ripetesse la chiamata nessuno accorse.

Cessato il primo stordimento riprese la via, fermandosi ad ogni passo per tastare il terreno e il davanti e i lati del sito percorso. Ciò non ostante scivolava spesso, il terreno gli mancava sotto i piedi, ruvide fronde gli sferzavano il volto. Ora udiva il grugnir di porchetti sparsi al pascolo, ma il grido della gazza si allontanava e il passo del cavallo s’udiva solo a intervalli. Ma bastava quel tenue