Pagina:Deledda - Il vecchio della montagna, 1920.djvu/84

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Il marito le fece gli occhiacci, ma la buona signora mormorò: «Poveretto!» e, atteso il vecchio sulla porta, l’aiutò ad avanzarsi, e lo fece sedere su una panca.

Basilio gli sedette a fianco, e torcendo il collo cominciò a guardarsi intorno curiosamente. Una tenda turchina divideva l’ambiente in due parti, nascondendo i letti da campo rizzati in fondo alla stanza: dal tetto di canne penetravano fili di sole che descrivevano macchie sul pavimento rozzamente acciottolato: soli mobili la panca ove sedevano, qualche seggiola, una cassa di legno giallo, un tavolino ingombro di vassoi, di bottiglie, e di calici che brillavano alla viva luce della finestruola. Sullo sfondo di questa si vedeva il bosco, verde sul cielo azzurro. Un piccolo specchio rifletteva di fronte un pezzo di quel luminoso paesaggio: l’aria fresca che veniva dal bosco dava alla tenda un movimento di onda turchina. A Basilio pareva di trovarsi in un magnifico salone e ne provava un piacere infantile: i suoi occhi andavano dal radioso sfondo dello specchio al prisma d’una bottiglia di menta, che alla luce sembrava un’anfora di smeraldo di cui ogni sfaccettatura sprizzava scintille.