Pagina:Dell'oreficeria antica.djvu/36

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ve, e i risultamenti che ne ottenni furono soddisfacienti per guisa da potersi oggi dire in massima parte sciolto il problema che da quasi venti anni ci teneva a se rivolti.


XVIII.


Il discoprimento della Basilica di S. Alessandro, e i ritrovamenti fatti nelle catacombe di Roma ci mossero il desiderio di ricopiare con tutta esattezza alcuni di que’ lavori, che sebben rozzi in arte, hanno l’impronta di tale schietta ingenuità quale gli rende per qualche rispetto ammirabili. Allora facemmo scopo di nostro studio i più antichi lavori in musaico che si trovino nelle basiliche di Roma, ed a ciò fummo grandemente confortati dall’illustre Oulsufieff, esimio cultore dell’arte greco-orientale, il quale primo ci consigliò e ci sospinse a riprodurre ne’ gioielli nostri i musaici della scuola bizantina. Così riducendo i lavori di oro a cassine facemmo che il mosaico vi spiegasse tutta la ricchezza ond’è capace, e in questa maniera di operare fummo via sempre guidati dalla scorta sicura del Duca Caetani. Il compianto signor di Oulsufieff non potè, per la repentina sua morte, veder come riuscisse a bene quel che egli avea suggerito, e quanto se ne giovassero gli artefici musaicisti, i quali erano già ridotti, come abbiam detto, a miseramente copiare disegni da moderne porcellane per vilissimo prezzo.