Pagina:Dell'oreficeria antica.djvu/73

Da Wikisource.

– 63 –

bellissimi sono i primi ed i secondi; comuni e d’assai minor pregio i terzi; rari e di non piccolo valore i migliori della quarta specie; inferiori a tutti gli ultimi, che d’ordinario sono mediocri imitazioni degli antichi, fatte e vendute per assai modico prezzo. Sarebbe desiderabile che alcun buon artista si ponesse di nuovo ad eseguir lavori cosiffatti studiando i più belli esempii dell’arte classica antica e moderna in questo genere, che fu più specialmente proprio della nostra Italia, e nel quale non mancherebbe chi giungesse ancora a grande eccellenza, quando le sue fatiche fossero stimate e pagate secondo il merito.


XV.

scarabei.


Nessuna prova maggiore potrebbe recarsi della comunanza di origine e di civiltà fra gli Etruschi e gli Egiziani, che la venerazione e il culto in cui si aveano presso i due popoli gli scarabei. Perchè ciò fosse ed a che debbasi attribuire, è difficile il rintracciare; ma generalmente credesi che tale insetto fosse un simbolo o rappresentasse un Dio.

Lo scarabeo fu effigiato così in Etruria come in Egitto, tanto in gemme quanto in ismalti, così in agate come in vetri, e si usò incidere il rovescio della pietra che lo rappresentava sia con geroglifici o emblemi, sia con figure o parole.

Dalle sponde del Nilo lo scarabeo passando ad