Pagina:Delle cinque piaghe della Santa Chiesa (Rosmini).djvu/53

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nifestarsi prende delle forme al tutto materiali, perchè un sentimento che ha bisogno di espandersi, si veste di quelle forme che prima incontra, sebbene a lui inadeguate e può esser anco in contraddizione con esso, quell’inquietudine dico, que’ lamenti continui degli aggravi materiali, forse che ha una sorgente segreta, che i popoli stessi non hanno ancora rivelata a sè medesimi; e si nasconde per avventura un bisogno religioso dove pare che più trionfi l’irreligione; il bisogno di una religione libera di comunicarsi al cuore de’ popoli senza l’intermezzo de’ principi e de’ governi; e il grido irreligioso mentisce a sè stesso, e nell’odio di un ministero della religione asservato, confonde e ravvolge per errore la religione medesima; e nell’ordine della divina Providenza si prepara un rimescolamento delle nazioni che ha ben altro fine che di diminuire i tributi (cui i popoli rivoluzionanti sopportano pazientemente maggiori), ma chi lo crederebbe? di liberare la chiesa di quel Cristo, in cui mano sono tutte le cose.


CAPITOLO IV.

Della piaga del piede destro della santa Chiesa, che è la
nomina de’ Vescovi abbandonata al potere laicale.

72. Ogni società libera ha essenzialmente il diritto di eleggersi i propri ufficiali. Questo diritto le è tanto essenziale e inalienabile, come quello di esistere. Una società che ha ceduto in altrui mani l’elezione de’ propri ministri, ha con questo alienato sè stessa: l’esistenza non è più sua: quegli da cui l’elezione de’ suoi ministri dipende, può a suo grado farla esistere, e farla cessare da un momento all’altro; ed anche questo esiste, non esiste per sè ma


    riescono strani a’ nostri tempi; ma qualche cuore li riceverà; il seme gittato non si morrà senza portare il suo frutto, chè la parola di Dio non ritorna vacua giammai.

    Ma chi la ha pronunziata questa parola divina, chi ha sentito sì altamente il prezzo della libertà della Chiesa perchè ha prodigata poi questa libertà della Chiesa agli empi? perchè non ha veduto che la libertà non è che un diritto esclusivo della verità? perchè ha accomunati i diritti della immutabile verità alla menzogna? ha innalzata l’umanità senza Dio a quell’altezza di grado che solo appartiene all’umanità divinizzata dal Cristo? non si è formato ad adorar nella Chiesa, cioè nella società de’ figliuoli di Dio, la colonna ed il firmamento della verità, e s’è lusingato di trovare questa colonna e questo firmamento nella società de’ discendenti d’Adamo, de’ figliuoli degli uomini? Certo il sistema è coerente: se all’umanità del peccato appartiene la verità, a lei appartiene altresì la libertà. Ma per me non veggo possibile che la verità e la giustizia si partano insieme; per me tengo che la verità sia l’appannaggio della società de’ giusti; che il diritto d’esser libero non appartenga all’errore; che perciò l’uomo non nasca, ma si renda libero pel Cristo, pel quale riceve la luce della verità e l’ornamento della giustizia. A coloro solo che sono conscii di non possedere la verità, ma di andarne perpetuamente in cerca, che non possono nè pur mentendo persuadere a sè stessi di averne più che una speranza vana che mai non si avvera, a costoro dico, appartiene quella dottrina di disperazione che «tutti i pensieri che ascendono dal cuore dell’uomo sieno egualmente in diritto di propagarsi e di assalire la persuasione inferma e cedevole de’ popoli.» Non è di un cattolico tale dottrina, no; perchè egli sa di possedere il vero; nè sente la dignità, il prezzo infinito, e vede che non istà in lui di alienare i diritti. E questa è la ragione perchè il Capo della Chiesa cattolica ha innalzata la sua voce contro una dottrina che si presentava a nome del cattolicismo, l’ha disconosciuta per tale. Doni Iddio lume alla mente dell’uomo, di cui non possiamo parlare senza trasporto di stima e di affetto; gli doni tanto dominio di sè stesso, e tanta fortezza di animo, che vincitore dell’amor proprio, e delle adulazioni degli amici e dei nemici, rientri interamente e lealmente nel cammino della verità, alla quale ha prestato tanti servigi, ed ha mostrato tanto di affetto e di devozione, che s’è messo in una fortunata necessità di non potere oggimai più essere coerente a sè stesso, se non ritrattando francamente i propri errori, e sottomettendosi appieno alla Cattedra eterna a cui il magisterio della verità è affidato.