Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/273

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-261 quello dell’uomo il più abile che ci vivesse. Ma non vedendosi egli, dopo i suoi gloriosi successi, convenientemente onorato da quelli che gli furono compagni nella impresa di Salamina, mosse senza indugio alla volta di Lacedemone, sperando di trovare costì i meritati onori. Gli Spartani lo raccolsero infatti con dimostrazioni calorose e magnifiche: e come avevano gratificato EuriIjiade di una corona di olivo, un’altra corona d’olivo decretarono per Temistocle, in premio della sua saggezza e della sua abilità. Oltredichè gli fecero il presente del piii bel cocchio che si trovasse in Isparta; e, dopo averlo olmato di lodi, ordinarono che fosse accompagnato fino »i confini di Tegea da quei trecento eletti, che si chia.Davano cavalieri (36). Né credo che altro uomo abbia ■Dai avuto in Isparta un accompagnamento di tal Satura.

126. Tornato poi che fu Temistocle in Atene, un tale Timodemo del borgo di Afidna, che gli era nimicissimo; ioaotunque uomo spicciolo e di piccolo affare: lo assalì, come furibondo d’invidia, con gravissime contumelie, rimproverandogli la sua andata a Sparta, e dicendo: che 8e aveva ricevute buone accoglienze dai Lacedemoni, lo doveva alla sua qualità di Ateniese e non a se proprio. Siccome poi Timodemo non cessava mai di ripetere la «tessa storia, un giorno, fioainacnte, Temistocle gli rispose: Sta bene. Né io, se fossi nato a Belbina (37), Mrei avuto quegli onori dagli Spartani, né li avresti .vati tu, uomo, benché Ateniese. La cosa si fermò qui.

126. Intanto Artabazo, figlio di Farnace: uomo di antica riputazione fra li Persiani, e che divenne anche più